Ad Expando

giovedì 14 giugno 2012

Perché i Gay ci manderanno in bancarotta


Non sono io a dirlo, mettiamolo subito in chiaro. 
Chi segue il blog sa benissimo che non ho alcuna pregiudiziale nei confronti di nessuno.
A sostenerlo è una vecchia volpe della politica italiana, uno di quelli che dovrebbero ritirarsi solo per il fatto di essere stato uno degli amministratori a cui dobbiamo l'attuale sfacelo, l'ex Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.
Per chi non conoscesse Sacconi andrebbe ricordato con alcuni aneddoti come quando da Ministro della Salute, emanò un "atto d'indirizzo" verso le strutture sanitarie nazionale per evitare l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione forzata pena il mancato accreditamento, con conseguente stop ai finanziamenti, al Servizio Sanitario Nazionale. Era il 16 Dicembre 2008 e il provvedimento entrava violentemente a gamba tesa  sul dibattito suscitato dal caso della povera Eluana Englaro, che sarebbe spirata da lì a due mesi, più precisamente, il 9 febbraio del 2009.
Un caso di provvedimento ad personam, nel caso specifico contro,  tipico di una classe politica allo sbando quale quella attualmente occupante gli scranni del Parlamento e di cui, per l'appunto, Sacconi può fregiarsi di essere una figura di spicco.

Di lui e della sua vicenda politica, nata nel 1979 nelle file del PSI  e interrottasi  per un breve periodo tra il 95 (quando il PSI implose divorato da "mani pulite") si occuparono persino oltreoceano, quando su Nature, nel 2008, gli americani increduli sottolineavano il problema italiano del conflitto d'interesse, non tanto di Berlusconi, quanto dell'allora Ministro della Salute, guarda caso Sacconi, la cui moglie era "casualmente" direttrice generale di Farmindustria!

O se volete potete ricordare, di quest'uomo d'integerrima morale, quando giusto lo scorso anno con cristiano trasporto firmò la richiesta per sospendere il giudizio morale sul suo leader e allora Presidente del Consiglio accusato di favoreggiamento della prostituzione minorile, quasi che il giudizio morale possa essere sospeso da una firma o quasi come l'intera Italia potesse ridursi a idioti prezzolati disposti a credere la barzelletta della nipote marocchina di Mubarak.

Ebbene, oggi su Avvenire è comparsa l'intervista a Sacconi nella quale l'ex ministro si lascia andare a commenti sulla lettera d'impegno di Bersani circa l'impegno per promuovere i diritti delle coppie gay.

La prima cosa che si evince dall'intervista è che per Sacconi c'è il concreto pericolo che le amministrazioni locali in assenza di leggi chiare, interpretino la Costituzione per portare avanti pericolose iniziative. Quali?
Testamento biologico e registro delle unioni di fatto.

Anche noi, con lui immaginiamo scenari drammatici, dove esseri ridotti loro malgrado a vegetare ciò che non hanno mai potuto concepire come vita, potranno liberamente scegliere di terminare le proprie sofferenze e quelle dei propri cari dipartendo, senza che un Sacconi di turno si intrometta a rovinargli la morte, quando da amministratore non ha fatto che rovinargli la vita.
Immagino uomini, donne etero e omosessuali felici, una vera disdetta, preludio certo di quell'apocalisse o per lo meno dell'estinzione della razza umana.

In fondo per Sacconi e Co. l'unico metodo degno e morale di vivere è la famiglia volta alla procreazione ed è anche, la famiglia, l'unico tipo di rapporto che va salvaguardato.
Perchè?
Il nostro Welfare stanzia 60 miliardi l’anno per garantire alla famiglia detrazioni, assegni familiari e pensioni di reversibilità. E, oltre a tutto, se aprissimo anche ad altre relazioni affettive nella dimensione pubblicistica la sostenibilità del sistema salterebbe. Una cosa sono le buone regole sul piano civilistico, un’altra è la necessaria tutela della sola famiglia naturale nell’ambito pubblicistico, l’unica in grado di garantire la continuità della società attraverso la procreazione.
Già, oltre a tutto.
Ebbene sì, se concedessimo, magnanimi, i diritti spettanti alle famiglie tradizionali anche agli omosessuali, il welfare italico andrebbe a remengo, non si avrebbero più i soldi per le famiglie "normali", quelle che procreano (se riescono), in modo naturale.

Insomma , se fossimo tutti gay ci estingueremmo, se dessimo, pardon, concedessimo, ai gay l'opportunità di convolare a nozze, ci impoveriremmo, falliremmo e finiremmo per scomparire, solo un po' più lentamente. Garantire diritti non conviene economicamente!
Vuoi vedere che aveva ragione la chiesa a impalarli o brucarli sul rogo?

PS: giacchè capita spesso che qualcuno fraintenda, molti quesiti e molte affermazioni contenute nel post sono sarcastiche.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...