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venerdì 11 novembre 2011

L'Italia dei nani


Ho pochi dubbi sul fatto che i posteri, guardando la nostra epoca scuoteranno la testa, schifati dall'ottusità della classe dirigente che oggi infesta l'Europa. Ci siamo, infatti , giustamente, lamentati di un egocentrico inetto quale l'attuale e ancora per poco Primo Ministro italiano, ma non è che, a buffoni, oltralpe (e non parlo solo di Francia) stiano meglio. Ma come è giusto che sia, ognuno deve curarsi dei propri o sarebbe meglio dire occuparsi, perché come italiani abbiamo fallito anche in quello, infatti,  Berlusconi è caduto più per la pressione internazionale che per dissidio interno.
Non ci si può aspettare molto da noi italiani, gente che non sa nemmeno più riconoscere il valore della propria lingua, non tanto per via degli inglesismi che ormai la infestano, ma per il significato sbiadito che permettiamo la lingua assuma. Siamo un paese alla rovescia. Esempi?
Cominciamo con la parola "Onorevole". L'onore non dovrebbe essere un qualcosa che si acquista a seguito di un voto. Semmai dovrebbe essere il contrario, ovvero, si dovrebbero votare persone onorevoli, ma pare che come italiani, siamo dimentichi al punto da demandare ai politici la loro stessa nomina, grazie a una legge elettorale talmente indegna da essere nominata "porcata" dal suo stesso relatore.  
Siamo messi male, non tanto per il debito che la politica continua a raccontarci essere nata per colpa dell'evasione (che c'è e non viene sufficientemente combattuta) ed invece tutti i dati concordano nello svelare che gran parte è dovuta a una pessima amministrazione dei politici stessi, che ha favorito ogni genere di sperpero, per fare favori e ottenere consensi.
D'altra parte, in questa epoca, pare che il consenso sia così fondamentale da essere il primo fine di ogni azione politica, mentre andrebbe conquistato, il consenso, non tanto per le promesse ma con l'adempimento delle stesse.
Onore e consenso, dunque.
Parliamo ora di Forza. Chiunque sa che l'unione fa la forza, ma noi al contrario puntiamo a dividere. Almeno stando ai pseudofederalisti in camicia verde, che gridano secessione, devolution o federalismo a seconda delle stagioni, senza probabilmente neppure sapere le differenze che passano tra le tre. Intendiamoci, il federalismo non è sbagliato in sé, anzi, ma l'idea che ad attuarlo debbano essere certi beceri personaggi è francamente poco credibile e decisamente poco augurabile.
Anche perché nella testa di costoro la parola chiave è appunto "dividere" (dividi et impera, ciò che mio è mio , ecc), il tutto dettato da semplice puro egoismo , salvo poi lamentarsi quando, al bisogno, lo Stato fatica ad intervenire.
Tradimento. E' tradimento solo quando qualcuno dei propri tradisce. Fa nulla, dunque se Berlusconi, per esempio, ha tradito ogni promessa o proposito, la promessa altrui è vincolante la sua, evidentemente, un po' meno. Quindi strali su coloro che lo hanno abbandonano quando la nave che egli stesso ha guidato contro gli scogli sta per affondare, ma per coloro che eletti all'opposizione si sono venduti ai suoi scopi, ogni favore: presenza al convegno, mutui pagati e chissà cos'altro e un altro termine ambiguo : Responsabili.
Responsabilità. Il termine, qui, dovrebbe in teoria sottolineare l'abnegazione con cui alcuni politici avrebbero messo da parte i propri tornaconti od interessi per un fine più alto che è l'interesse nazionale. Poi li guardi, i "responsabili" e ti trovi Scillipoti, un esperto di truffe (condannato per debiti e indagato per calunnia, produzione di documenti falsi e sospettato di collusioni con la 'ndrangheta, nonché agopuntore, omeopata e titoli stregoneschi vari); Razzi, svenduto per una candidatura e sui mormora per un mutuo, ma anche indagato per uso personale dei fondi destinati per un alluvione in Abruzzo, Saverio Romano, indagato per associazione mafiosa e con loro una manciata di personaggi da lupanare.

Oggi sappiamo che il berlusconismo è tramontato (definitivamente?) e come accade in natura, sul cadavere (politico) dello stesso e della sua creatura si sono già avventati iene e avvoltoi.
D'altra parte nessuno creda che i politici attuali di qualunque schieramento faranno qualcosa per amor patrio. Dei vari nani sulle cui spalle ci siamo nolenti appoggiati chi vuole il voto subito lo chiede solo per potersi garantire la rielezione (cosa che l'attuale sistema "porcellum" non solo permette ma garantisce) o per, stupidamente capitalizzare ciò che i sondaggi raccontano. Chi vuol rimandare è per confusione d'idee, per pavidità o per manifesta incapacità.
Aspettiamo l' "Uomo Nuovo", un sessantottenne tecnocrate con un carico di credibilità, che si spera essere altra cosa rispetto a quella di quando gran parte del Parlamento riteneva  assolutamente possibile e realistico il fatto che il primo ministro (volutamente minuscolo), nel tentativo di togliere dalle "grinfie" della giustizia una minorenne marocchina di facili costumi mirava a evitare un incidente diplomatico col presunto zio, dittatore d'Egitto (sic!).

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