«Penso che vinceremo e sono sicuro che a Milano vinceremo senza andare al ballottaggio»
Silvio Berlusconi
tratto da Governo.it
Sono contento. Non tanto per la momentanea vittoria di Pisapia che ha inaspettatamente costretto il Centrodestra ad un impensabile ballottaggio partendo addirittura con un gap di quasi 7% (checché se ne pensi non mi riconosco come elettore del centrosinistra: sono per gli uomini, non per le idee), quanto per il crollo di consensi che investe l'attuale premier Italiano.
Silvio Berlusconi è finalmente apparso per quello che è, un re nudo, cui solo oggi, di fronte alla debacle, i tanti, scusate il termine, leccaculo pagati di tasca sua, i tanti yes men e giornalai che pendono dalle sue natiche, in presenza del patello pieno, non hanno potuto far altro che titolare sgomenti "Tira brutta aria".
Ne sentiremo di ogni: è colpa della Lega, è colpa della Moratti, è colpa di Lassini e dei manifesti anti procura.
La triste realtà, per mister B, s'intende, è che anche lui perde smalto ed in maniera significativa. Il PdL, rispetto alle precedenti comunali, perde 70.000 voti, 25.000 dei quali nominali del suo leader maximo, che vede dimezzati i voti a lui indirizzati nonostante l'esplicita richiesta di una prova di forza, sostenendo di voler bissare i 53.000 voti che aveva personalmente portato alla coalizione nelle precedenti elezioni (vedi video sottostante)
Intendiamoci, Pisapia, che non conosco e che non ho ancora i mezzi (e il tempo) per documentarmi (PC ancora dal dottore), non ha ancora vinto e le armi del Cavaliere, per quanto spuntate, sono ancora pericolose.
Quello che voglio sottolineare è la sconfitta della politica violenta, fatta di insulti e fango. Vediamo qualche passaggio:
Il Giornale, retto da Sallusti (e sottocoperta dalla Santanchè): ha provato in ogni modo ad affossare gli avversari invitando persino gli elettori a votare per Lassini nonostante l'opinione pubblica fosse indignata. D'altra parte, all'opinione pubblica, almeno questa volta, non deve essere sfuggito che il povero avvocato aveva rivendicato la responsabilità degli ignobili manifesti, poiché essi erano perfettamente coerenti con le parole del suo leader. Anzi le ricalcava.
Magari Lasini sperava anche in un riconoscimento, che guarda caso è arrivato con la campagna a suo favore dello stesso Il Giornale.
Magari Lasini sperava anche in un riconoscimento, che guarda caso è arrivato con la campagna a suo favore dello stesso Il Giornale.
La campagna pro Lassini, appunto: una testata che lotta per un perfetto sconosciuto il quale ha potuto godere così delle prime pagine per la propria campagna elettorale, ma che, nonostante l'impegno profuso, ha racimolato, poco più di 800 voti: una miseria.
Esattamente come la sua vicenda.
Esattamente come la sua vicenda.
La Moratti: goffa come non mai, ha cercato di tirare fuori gli artigli ( parole di B.) attaccando frontalmente l'avversario per trasformarlo in nemico e, mal consigliata, non solo ha preso una cantonata colossale (Pisapia colpevole in primo grado ma assolto in via definitiva nonostante l'amnistia), ma ha persino tentato di trovare giustificazione delle sue parole anziché, con garbo e intelligenza, chiedere perdono.
E il partito e i giornali a sostenerla, anziché costringerla al passo indietro.
Ancora ieri la Lega parlava di Pisapia come un esponente della "sinistra estrema".
Chissà cosa commenterebbe l'entourage morattiana e i leghisti tutti nel leggere queste cose:
Esistono diverse testimonianze della militanza a sinistra di xxx negli anni giovanili, anche se non fu un sessantottino. Nei primi anni settanta ha militato in rapida successione: nel gruppo comunista de il manifesto, nel partito di estrema sinistra PdUP, nell'Arci e nei movimenti ambientalisti.
Per alcuni mesi fra il 1974 e 1975 xxx fu impegnato in un'iniziativa di solidarietà del Partito Comunista Italiano di Verghera, frazione di Samarate (VA); partecipò all'organizzazione di un'esposizione di quadri per una raccolta fondi a sostegno dei dissidenti di Augusto Pinochet, il generale cileno che aveva instaurato nel Paese una dittatura militare. Gli venne data la tessera della sezione locale.
Chi è questa persona con passato vicino ad ambienti di estrema sinistra? Per la cronaca, ho riportato la biografia tratta da Wikipedia; ad ogni modo per chi non avesse riconosciuto il moderato politico qui a sinistra
la foto.
Un uomo dal torbido passato comunista |
Pur se tra parentesi, ho scritto che sono più per gli uomini che per le idee, anche se c'è da dire che poi ognuno di noi ha i suoi argomenti sensibili. Letizia Moratti la ricordo, ad esempio, come un'incompetente signora della Pubblica Istruzione, nei suoi fortunatamente vani tentativi di rimuovere l'Evoluzione dai libri scolastici e nel suo profondersi per le scuole private meglio se cattoliche. E, sempre a lei, dobbiamo la nomina di De Mattei alla vicepresidenza del CNR.
Ma al di là di quello è chiaro, anche dal suo impegno costante in Consiglio (record di astensionismo: 5 volte presente nel 2008, 3 nel 2009 e un totale del 5% di presenza alle sedute), dal suo totale menefreghismo sia nei confronti di inchieste che in qualsiasi paese civile l'avrebbero vista dimissionaria (Spoil System, nomine d'oro), sia delle decisioni del Consiglio Comunale (es: richiesta di sollevare dal doppio incarico l'AD di expo 2015 già deputato alla Camera), che la Moratti era ed è un candidata impresentabile; e se si vuole, si è sempre in tempo a ricordare le accuse di aver varato un Piano del Governo del Territorio favorevole agli investimenti del figlio (la celebre "Batcaverna"), e di aver promesso un parco, fortunatamente non ancora realizzato, allo stesso Craxi che i milanesi presero a monetine. Cosa dire poi di Ecopass (inutile balzello per far cassa, penalizzando il lavoro di chi a Milano deve entrare giocoforza con automezzi).
I moderati |
E poi come si dice, i posteri ci daranno l'ardua sentenza.
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