D’acqua cheta
In un sogno surreale
Il profumo dolce
Dei ricordi mai vissuti.
Ed ebbro
Il mio cuore
Di un attimo tace
Sui boschi
E sui cieli
Della Brianza,
Mia terra.
Da nebbie, sui campi
Remote
Alle foglie adornate
Di umidi aromi,
Ai suoni,
Ovattati d’autunno
Dei carri e dei buoi
Che l’uomo guidava
Oltre il fosso
Ad un passo
Dall'eremo focolare;
A quei corvi
A quell'etra lontano
L’anima anela,
Alle cicale nascoste,
Al campanile alto sull'orizzonte
Che batteva le ore,
Mentre un altro sole
Moriva
Abbandonando
Questa parte di mondo
Alla civetta
Che ancora cantò.