Continuiamo con la rassegna dell'approccio metodologico della Sindonologia al fine di provare che la Sindone non sia una riproduzione medievale bensì il lenzuolo del Cristo. E' però giusto fare, a questo punto un paio di precisazioni: non tutti i Sindonologi accettano le varie teorie proposte, in altre parole quando dico che la Sindonologia propone, ad esempio, la "teoria delle monetine" non vuol dire che tutti i Sindonologi sono d'accordo, semplicemente che qualcuno di essi si fa promotore della suddetta teoria. Seconda precisazione, non vi sono riferimenti bibliografici perchè scopo di questi articoli è esclusivamente quello di fare una valutazione del modus operandi.
Continuiamo quindi il discorso iniziato nel capitolo precedente e come promesso parleremo di monete.
- La teoria delle monetine
Tale teoria prevede come prova del fatto che la sindone sarebbe del I sec, il fatto che sul telo siano rimasti impressi, in corrispondenza degli occhi, l'impronta di monete emesse da Tiberio nel I sec: siccome le monetine sono del I secolo, la sindone è del I secolo, con buona pace dei sostenitori del falso e del C14.
Iniziamo subito col dire che mettere oggetti pagani nelle tombe, tanto meno le monetine sugli occhi dei defunti non erano pratiche ebraiche. Su circa tremila tombe scavate dagli archeologi, solo in una decina sono state ritrovate monetine. In genere era uso dei pagani porre una moneta in bocca al defunto al fine di poter pagare l'obolo a Caronte, il mitologico traghettatore delle anime. Gli sporadici casi di cui sopra sono stati rinvenuti in aree palestinesi dove l'influenza ellenica era decisamente presente, non certo a Gerusalemme.
Sarebbe poi interessante capire perché coloro che seppellirono Cristo, ovvero i suoi fedeli, decisero di mettere monetine emesse da coloro che avevano crucifisso il Maestro, recanti, tra le altre cose, simboli della religione pagana.
Infatti le due monete che i Sindonologi vedrebbero, sarebbero niente meno che il simpulum (Fig 1 - mestolo o tazza con manico per usi rituali) e il lituus (Fig 2 - bastone con estremità ricurva usato dagli àuguri).
In pratica si propone che per seppellire il Messia degli Ebrei (Paolo allora non era ancora stato fulminato) i suoi fedeli abbiano utilizzato (sbagliando il metodo) una pratica pagana, ponendo sugli occhi delle monetine recanti simboli di un'altra religione!
Definita la linea logica (sic), vediamo ora i metodi con i quali alcuni Sindonologi sono arrivati a vedere, impresse sul telo sindonico, tali monete.
La saga inizia nel 1979 quando il teologo Francis Filas annuncia di aver riconosciuto su di un negativo fotografico l'impronta di monete in corrispondenza degli occhi. Il negativo in questione, del 1931, è in bassa risoluzione e basterebbe un semplice raffronto con una foto più moderna per accorgersi che le ipotetiche impronte altro non sono che l’andamento della trama (foto 3: a sinistra il vecchio negativo a destra uno più recente del 1999 - ©Linteum), tuttavia, tutta la saga delle monetine proseguirà basandosi esclusivamente su questo reperto.
Iniziamo subito col dire che mettere oggetti pagani nelle tombe, tanto meno le monetine sugli occhi dei defunti non erano pratiche ebraiche. Su circa tremila tombe scavate dagli archeologi, solo in una decina sono state ritrovate monetine. In genere era uso dei pagani porre una moneta in bocca al defunto al fine di poter pagare l'obolo a Caronte, il mitologico traghettatore delle anime. Gli sporadici casi di cui sopra sono stati rinvenuti in aree palestinesi dove l'influenza ellenica era decisamente presente, non certo a Gerusalemme.
Sarebbe poi interessante capire perché coloro che seppellirono Cristo, ovvero i suoi fedeli, decisero di mettere monetine emesse da coloro che avevano crucifisso il Maestro, recanti, tra le altre cose, simboli della religione pagana.
Infatti le due monete che i Sindonologi vedrebbero, sarebbero niente meno che il simpulum (Fig 1 - mestolo o tazza con manico per usi rituali) e il lituus (Fig 2 - bastone con estremità ricurva usato dagli àuguri).
In pratica si propone che per seppellire il Messia degli Ebrei (Paolo allora non era ancora stato fulminato) i suoi fedeli abbiano utilizzato (sbagliando il metodo) una pratica pagana, ponendo sugli occhi delle monetine recanti simboli di un'altra religione!
Definita la linea logica (sic), vediamo ora i metodi con i quali alcuni Sindonologi sono arrivati a vedere, impresse sul telo sindonico, tali monete.
La saga inizia nel 1979 quando il teologo Francis Filas annuncia di aver riconosciuto su di un negativo fotografico l'impronta di monete in corrispondenza degli occhi. Il negativo in questione, del 1931, è in bassa risoluzione e basterebbe un semplice raffronto con una foto più moderna per accorgersi che le ipotetiche impronte altro non sono che l’andamento della trama (foto 3: a sinistra il vecchio negativo a destra uno più recente del 1999 - ©Linteum), tuttavia, tutta la saga delle monetine proseguirà basandosi esclusivamente su questo reperto.
Dopo aver cantato vittoria il Filas si trovò a dover giustificare le lettere che aveva individuato, e basti sapere che iniziò una sequenza di giustificazioni per far coincidere le lettere rinvenute con quelle sulle monete. Qui intervenne un numismatico (a suo dire) che pur criticando il lavoro di Filas riuscì egli stesso nell’ardua impresa di contraddirsi sul nulla, perdendosi nei meandri di negativi e positivi, di foto ruotate ed errori di conio. Interessante è anche citare il metodo statistico per confermare le bislacche tesi: vennero trovati oltre 70 punti di congruenza tra la moneta e la supposta immagine sul telo sindonico. Tali punti vengono sempre citati come prova provante anche se le tesi di Moroni, il sindonologo numismatico, e di Filas sono in contraddizione, giacché il primo vedeva il Lituo rovesciato mentre il primo no. Come è possibile che un immagine e la sua reciproca possano produrre in uno stampo, oltre 70 punti di congruenza? E' il caso di dirlo, rimane un mistero della Fede.
Rimane il fatto, invece, che nessuno degli autori sindonologi riesca a dimostrare in modo convincente la disposizione delle lettere desunte nel telo rispetto a quelle presenti sulla moneta, nonostante si sia arrivati a sostenere l'errore di conio.
Simile sorte toccherà all'altra moneta, rilevata da uno dei guru della Sindonologia, il professor Baima Bollone, riportante il simpulum. Tale moneta pare si trovi sul sopracciglio dell'occhio sinistro e secondo il sindonologo è esattamente identica ad una moneta dell’epoca. Talmente uguale che se fosse vero sarebbe un caso incredibile: la moneta di campione e la foto sarebbero talmente identiche da riportare sulla sindone (per chi ci vuole vedere qualcosa naturalmente), persino i difetti dovuti al tempo che per logica non dovevano esserci nella moneta, all’epoca appena coniata.
Non vi sto a raccontare le evoluzioni di questa saga.
Non vi sto a raccontare le evoluzioni di questa saga.
Riassumendo: Una volta deposto dalla croce, Giuseppe d'Arimatea, membro del sinedrio, ovvero dell'organo preposto a far rispettare la Torah, avrebbe seppellito Gesù ponendogli su ciascun occhio delle monete raffiguranti simboli della religione pagana (ironicamente la religione di coloro che lo avevano condannato alla crocifissione), utilizzando però un metodo di sepoltura innovativo giacché, invero, tra gli ebrei non era in uso porre alcuna moneta e tra i pagani l'uso era quello di porre una sola moneta, per altro in bocca e non negli occhi. Tali monete coinciderebbero con l’epoca di Gesù ma presentano caratteristiche che definire singolari sarebbe un eufemismo: furono, infatti, coniate speculari (ma non tutti sono d’accordo) nel disegno ma non nel testo, ma forse no (appunto), e presenterebbero degli errori nella scrittura (ma non è detto), e comunque avrebbero la singolare proprietà che comunque fossero state coniate, dritte o rovesce, corrette o meno, avrebbero comunque oltre 70 punti di convergenza con quelle impresse sull’immagine della Sindone. Miracolo!
Anche qui, in definitiva, nel confusionario tentativo di giustificare una teoria la sindonologia si è allontanata sempre più dalla logica, ma d'altra parte come vedremo nei prossimi capitoli, la Regola di questo gruppetto di pseudoscienziati è: "se non è dimostrabile il contrario allora è vero".
Anche qui, in definitiva, nel confusionario tentativo di giustificare una teoria la sindonologia si è allontanata sempre più dalla logica, ma d'altra parte come vedremo nei prossimi capitoli, la Regola di questo gruppetto di pseudoscienziati è: "se non è dimostrabile il contrario allora è vero".
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