Premessa: non sono di sinistra. Nemmeno di destra per dire la verità e nel centro non mi sono mai riconosciuto, specie in Italia. Sono convinto che non esista una ricetta o se vogliamo, un'idea, universale: a seconda del periodo c'è l'esigenza di maggior rigore o di maggiori libertà, di maggiore liberismo o maggiore controllo statale, insomma, di un idea piuttosto che di un'altra. Che può fare davvero la differenza però non sono le idee in quanto tali, ma gli uomini chiamati ad applicarle. Ogni buona idea, in mano ad incapaci diventa una maledizione e noi Italiani ne sappiamo qualche cosa, visto che in un certo senso, questa nostra presunta capacità di arrangiarci ha sempre avallato le incompetenze di coloro che ci governano.
Non a caso, nonostante si abbia enormi potenziali, siamo tra i paesi più indebitati al mondo; nonostante le eccellenze in vari campi, scuole fatiscenti e disorganizzate; nonostante l'immenso patrimonio culturale, seri problemi di educazione ai valori, e via dicendo.
Non a caso, nonostante si abbia enormi potenziali, siamo tra i paesi più indebitati al mondo; nonostante le eccellenze in vari campi, scuole fatiscenti e disorganizzate; nonostante l'immenso patrimonio culturale, seri problemi di educazione ai valori, e via dicendo.
Ora, seguo la politica da un quarto di secolo, con spirito critico proporzionale all'età: di grandi politici in questi 25 anni ne ho visti pochi, (così su due piedi mi sovvengono Spadolini e Pertini; forse se ci penso un altro paio li trovo...). Magari ho visto personaggi di grande carisma, rivelatesi, a conti fatti, dei semplici "intrallazzieri" i cui risultati ce li portiamo appresso, a volte come un peso, a volte come una vera e propria gogna.
La discesa in campo di Berlusconi, quindici anni fa sorprese un po' tutti e ben pochi, allora erano veramente contrari (al massimo c'erano gli scettici). Era l'uomo del fare che veniva dopo lo sfascio di Tangentopoli, valeva la pena provare, così si diceva. Era la novità fatta passare come la luce dopo il buio. I primi guai giudiziari arrivarono immediatamente, si diceva ad orologeria; ma anche la discesa in campo dello stesso Berlusconi sembrava rispettare certe coincidenze e subito furono chiare le intenzioni del Cavaliere, il quale si dette presto da fare a far sfornare leggi che lo favorissero o, a seconda, lo proteggessero dai processi. Ma questo all'inizio poteva anche passare in secondo piano. Lui era la luce dopo il buio, dopotutto.
L'uomo del fare però piano piano si rivelava essere sempre di più l'uomo delle promesse che si trasformavano in illusioni, l'uomo delle esternazioni ritrattate, delle verità dalle gambe corte, visto che quelle dal naso lungo esistono solo nelle fiabe.
Nel frattempo la commistione tra potere politico e cosiddetto quarto potere iniziava a dare i suoi frutti. Il cavaliere padrone di minimo tre televisioni (Mediaset) private, almeno due pubbliche (Rai Uno e Due), testate giornalistiche (Libero e Il Giornale) settimanali (Panorama, Chi altre testate minori della Mondadori) poteva governare con un nuovo sistema basato non più su un giusto rapporto di equilibri ma esclusivamente sul consenso, che traducendo significa:"il popolo è sovrano e finché il popolo dice che devo governare io nessuno può e deve toccarmi". Se poi il popolo è istupidito, tanto meglio.
Oggi siamo, si spera all'epilogo di un periodo storico assai triste, di quelli che non credo possano essere rivalutati nel tempo: come ho già detto sono assai critico sul Berlusconismo, ma se anche l'uomo dovesse risultare un innocente perseguitato, cosa che fatico a credere, graverebbe su questo periodo lo scontro assurdo tra i poteri dello Stato. Ecco perché sarebbe auspicabile davvero la fine di questo sistema gerontocratico (certamente non meritocratico) e si aprisse una nuova pagina di storia, libera da questi personaggi per lo più senza alcuna virtù, che si ostinano a farsi chiamare "onorevoli" pur non avendo ormai granché dell'onore che dovrebbe confare a qualsivoglia persona.
Ecco, se si aprisse una nuova pagina mi piacerebbe fosse basata su alcuni idee e principi che sono stati espressi nelle manifestazioni di ieri, pagine nuove incentrate sulla figura delle nostre donne, quelle che, ma son pochi coloro che se ne rendono conto, rappresentano uno dei pochi vanti dell'Italia moderna (il resto beninteso, lo abbiamo soltanto ereditato).
Se devo scegliere da che parte stare, non credo di avere dubbi.
Io sono, fortunatamente da tempi non sospetti, "tifoso" delle donne, e intendo di quelle "quattro radical chic" indicate dalla Ministra dell'Istruzione, delle quali non riesco a trovare motivo di cui vergognarmi; viceversa delle Mussolini, Gelmini, Carfagna, di quelle che si dovevano eleggere alle Europee e che grazie a dio, la furia della (ex)signora Berlusconi ne evitò la candidatura, delle Minetti, delle Brambilla o Santanchè delle nipoti e figli di, ecco, di quelle non riesco invece a non imbarazzarmi.
Forse sarò anche un puritano, come il redivivo Ferrara, ama bollare coloro che si indignano dell'immagine che Berlusconi da dell'Italia, ma preferisco essere puritano che bavoso o, magari, intellettualmente disonesto come l'elefantino nazionale, sempre pronto a battagliare da moralista sui grandi temi (aborto, eutanasia) per poi svendersi all'occorrenza, come ogni buon moralista che si rispetti, trasformandosi in boa di salvataggio di una maggioranza che in tutto il 2010 non ha promulgato che una decina di leggi e nel 2011 si è limitata a trasformare in legge un decreto in scadenza.
L'unica cosa giusta che dice l'arrogante giornalista è che bisognerebbe tornare alla politica: in realtà vorrebbe semplicemente rientrarci lui, con ogni mezzo ma, francamente, di un teatrante (scadente) della politica da chiacchiera come lui, proprio, non si sente la mancanza.
Dicevo, preferisco ovviamente essere definito puritano, ben sapendo che tale epiteto lanciato dal suddetto moralista non ha alcuna valenza: d'altra parte, se si ammette che la donna possa usare il proprio corpo come arma per fare successo, come candidamente proposto da Piero Ostellino , per quale motivo dovrebbe essere indegno il fatto che anche l'uomo faccia uso del proprio corpo e quindi la propria forza fisica per prevalere: non sono forse, bellezza e forza, virtù dei due sessi? Non sono entrambe mezzi che agiscono sulla debolezza dell'altro sesso?
Personalmente sono stufo di contrapposizioni, per lo più cretine come quelle proposte dalla forma mentis del berlusconismo, per cui una cosa indegna è meno indegna se la facciamo tutti, buttando nel calderone, se possibile, qualunque cosa, dalle effusioni amorose della P.M. Ilda Bocassini del 1982 alla manifestazione pro naturismo di Vendola del 1979 pur di far sembrare tutti eguali (come se naturismo, baci appassionati e orge con minorenni abbiano la stessa valenza) e quindi Berlusconi meno colpevole. E soprattutto distrarre dal fatto che l'accusa più grave, da un punto di vista politico, è l'abuso di potere.
Contrapposizioni fini a se stesse, quando sarebbe d'obbligo collaborare per uscire da questo pantano che ci rende ridicoli agli occhi del mondo, per trovare un qualche straccio per non presentarci dinnanzi a tutti come auspica il saltafossi Ferrara: in mutande ma vivi.
Ci resti, lui in mutande.
Personalmente sono stufo di contrapposizioni, per lo più cretine come quelle proposte dalla forma mentis del berlusconismo, per cui una cosa indegna è meno indegna se la facciamo tutti, buttando nel calderone, se possibile, qualunque cosa, dalle effusioni amorose della P.M. Ilda Bocassini del 1982 alla manifestazione pro naturismo di Vendola del 1979 pur di far sembrare tutti eguali (come se naturismo, baci appassionati e orge con minorenni abbiano la stessa valenza) e quindi Berlusconi meno colpevole. E soprattutto distrarre dal fatto che l'accusa più grave, da un punto di vista politico, è l'abuso di potere.
Contrapposizioni fini a se stesse, quando sarebbe d'obbligo collaborare per uscire da questo pantano che ci rende ridicoli agli occhi del mondo, per trovare un qualche straccio per non presentarci dinnanzi a tutti come auspica il saltafossi Ferrara: in mutande ma vivi.
Ci resti, lui in mutande.
Nessun commento:
Posta un commento