Talvolta mi capita, parlando di Religione con la gente , di essere frainteso. Molti confondono la mia avversione per la Religione, così come è strutturata, come anticlericalismo e, ovviamente, mi additano come un ateo. Vorrei, almeno qui, eliminare questo fraintendimento: punto primo, non sono ateo; al limite, anche se la definizione mi va un po’ stretta, sono agnostico, ovvero, reputo plausibile, se non certa, l’esistenza di qualcosa di superiore, ma non so come definirla. Sono uno scettico per scelta, ossia, non mi piace il credere per principio: pretendo una dimostrazione e, anche dopo di questa, mi riservo il diritto del dubbio, a cagione e a tutela della mia intelligenza. Non sono anticlericale in senso stretto, nel senso che non ce l’ho con i sacerdoti in quanto tali, molti sono in buona fede e, in buona fede operano: essendo anche un pragmatico, non mi importa per che fini uno fa del bene, basta che lo faccia. Lo sono, invece, in senso generale, da qui la mia avversione per le istituzioni religiose, in quanto esse sono, a differenza di quanto si possa credere, perfettamente consapevoli delle menzogne che vanno predicando e, tuttavia, perdurano nell’errore al fine di conquistare o mentenere il potere.
La menzogna religiosa nasce dalla paura e su di essa basa la propria esistenza. Dapprima la paura dell’indefinibile, il famoso horror vacui. La nostra intelligenza di umani ha come limite se stessa, non siamo in grado cioè, di comprendere tutto ciò che accade se non tramite sperimentazione. Laddove non è possibile si teorizza, ma se nel farlo si cade in tentazione di rendere dogmatica la teoria allora si crea la Religione. Ovviamente la Religione è nata con l’uomo, ma non è in esso insita: l’ovvia impossibilità di sperimentazione degli albori favorì le risposte dogmatiche, assecondando i bisogni di certezze, quelli sì tipici della psiche umana. Ma mentre i frutti della scienza sono regole oggettive ( puoi non credere alla legge gravitazionale, ma tu e tutto ciò che ti circonda seguirà comunque la regola), quelli della religione sono per lo più cose prive di vero significato (la verginità della Madonna a cosa servirebbe? Lo Spirito l’avrebbe scelta per la purezza d’animo o per l’imene? E il Cristo sarebbe meno Dio se nato da una semplice donna), spesso in contraddizione con se stessi (il peccato originale ci condanna se non veniamo battezzati, ma la bontà di Dio salverebbe i bimbi che il battesimo non lo hanno potuto ricevere …), molti addirittura malevoli, fonte cioè di male.
Ho già più volte specificato come la Religione si sia appropriata delle più elementari regole della convivenza sociale spacciandole per dogmi o per leggi divine, in modo da elevarsi come detentrice della morale. La verità è che essa spesso è profondamente, oserei dire visceralmente, immorale, laddove, per mantenere saldo il giogo sulle coscienze si avvale della paura. Il caso più eclatante è la superstizione degli Inferi.
L’inferno, che altro non sarebbe che un luogo abitato da demoni e dal loro sire che tutti sanno essere un angelo, decaduto, ma pur sempre un angelo, emblema della non bontà dell’Entità creatrice (se Dio fosse il Bene, in quanto onnisciente e onnipotente, perché mai avrebbe creato il male? E perché avrebbe permesso al male di sopravvivere?), ove finiranno tutti coloro che disubbidiscono ai dettami della religione. La realtà è invece un altra ed è così palese: è come altre, una superstizione antica, frutto di menti semplici, incapaci di trovare risposte, portate ad accettare qualunque cosa possa servire a riempire il vuoto di conoscenza.
Ma la paura, si sa, di se stessa vive e per nutrirsi ha bisogno di nemici. Così, ecco materializzarsi i demoni, meglio se di aspetto orrendo e osceno come le divinità pagane (Pan su tutti), capri sì, ma espiatori, entità cui attribuire i lati oscuri e selvaggi dell’essere umano. In fondo, è molto più comodo dire di aver compiuto una malvagità perché vinto da Satana che ammettere il proprio errore o la propria nefandezza. Ma si badi, è nel momento in cui viene permesso a qualcuno di arrogarsi il potere di emettere leggi di ispirazione divina e allo stesso tempo di ergersi giudice (nella religione il potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario sono mantenuti dallo stesso organo) che l’Inferno diventa realtà.
Dimenticate dunque, l’apocalisse. L’inferno era nelle piazze d’Europa, dove si bruciavano eretici e streghe, astronomi e alchimisti; era sulle strade verso Gerusalemme, dove si massacrava al grido di “deus lo volt”; e nelle terre devastate d’oriente dove uomini si uccidono tra di loro perché cristiani, sciiti, sunniti, indù.
E' in Nigeria dove oltre 15.000 bambini sono stati marchiati col fuoco in pratiche di esorcismo, e 110 sono stati uccisi perché identificati come stregoni.
Dei bambini.
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