Sono lontanoe ti penso.Ramingofiglio dei montie della terra,solitario in un campom’affidoal celeste bagliored’un astro,ad un sole lontano,alla debole lucedi Dio.E mentre una lacrimascende sul visoun sorriso s’affacciasul mondo:è di nuovo mattino.Son lontanoe ti penso.Brescia 20 Novembre 1988
Appunti di viaggio:
Sono passati quasi vent’anni da quando scrissi di getto questa poesia, da allora, sono cambiate molte cose. Innanzitutto la persona cui l’avevo dedicata è definitivamente divenuta parte del mio passato, un tenero ricordo, sebbene allora era per me fonte di struggenti passioni, peraltro non corrisposte.
In secondo luogo, rileggendola mi sovviene la differenza del valore che davo allora alla parola “Dio”. Per molti anni questa figura è stata presente nella mia vita come qualcosa di definito, di certo, mentre oggi quelle certezze mi hanno abbandonato e Dio è divenuto qualcosa di vago, meno dogmatico, meno umano e misericordioso del modello che la cultura presso cui sono nato e cresciuto ha tentato di impormi. Ciò nonostante, nella sintesi poetica, il significato assunto è ancora attuale, forse persino precorre ciò che sarebbe diventato il mio pensiero, ovvero che Dio se c’è , è un concetto lontano: una debole luce che può essere guida ma non in grado di illuminare il mondo.