Il documentario e i suoi realizzatori però mirano ad altro, ovvero a far notare, se possibile come determinate macchie del sudario corrispondano a quelle presenti nel telo sindonico. Innanzitutto di procede nell'esporre come sarebbe stato avvolto il sudario sul capo di Gesù. Jorge Manuel Rodriguez del Centro Spagnolo di Sindonologia avvalendosi di un collaboratore comodamente seduto ci illustra le varie fasi che risulterebbero invero un "tantino" incredibili o se non altro decisamente complicate se come viene riportato tali operazioni fossero avvenute sul cadavere ancora crocifisso (vedi sequenza sottostante). Si prosegue con l'analisi delle macchie, rosso scuro ( e non marroni come dovrebbero essere nel caso di sangue coagulato) e si giunge alla conclusione che in generale, tutte le macchie, che avrebbero passato i 4 ripiegamenti del tessuto sarebbero sovrapponibili con quelle presenti nella Sindone.
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La cosa incredibile è però come la sovrapponibilità delle macchie sfugga a qualunque logica.
Vediamo; in pratica:
Vediamo; in pratica:
- il sudario sarebbe stato posto sul capo del cristo prima ancora che egli venisse deposto;
- durante tutto il tragitto il sudario a contatto con il volto si sarebbe impregnato di sostanze sierose e sangue
- il sudario sarebbe stato tolto prima che il Cristo venisse avvolto dalla Sindone, ma senza che tergere il sangue
- il Cristo sarebbe stato cosparso di oli funebri (mirra ed aloe) senza però che venissero eliminati i deflussi di sangue
- Avvolto nella nuovo telo tali deflussi non avrebbero cambiato forma ma si sarebbero impressi in modo perfettamente sovrapponibile a quelle della sudario.
La parola passa di nuovo alla Sindonologa Marinelli la quale sottolinea che Sindone e Sudario hanno altri punti in comune, diciamo così, interessanti.
Innanzitutto sono ambedue di lino e le fibrille costituenti il filo sono pressapoco dello stesso numero. Che dire, prove straordinarie (corro a verificare la mia camicia di lino, si sa mai...).
Baima Bollone insiste poi sulla torcitura del lino che è in senso anti orario, come per il telo Sindonico, e insiste che tale caratteristica sia tipica della regione Siro-Palestinese.
Non potevano mancare i pollini di Max Frei, che coincidono con quelli della Sindone, mentre si sa che il lavoro del perito svizzero non ha alcuna valenza scientifica, né da un punto di vista metodologico, né da un punto di vista logico ( i teli potrebbero essere stati inquinati nei secoli durante le varie ostensioni). La Marinelli difende il lavoro di Frei narrando il suo carattere riservato e i suoi metodi segreti per la pulizia dei pollini, metodi che ahimè, il Frei si sarebbe portato nella tomba.
C'è da dire che i sindonologi sono, tra le altre cose, anche un poco sfortunati, anche se dovrebbero accettare più che la scomparsa dei presunti segreti metodologici di Frei, il fatto che lo stesso non fosse uno studioso dalla salda deontologia professionale avendo falsificato per almeno due volte i risultati delle proprie perizie.
Innanzitutto sono ambedue di lino e le fibrille costituenti il filo sono pressapoco dello stesso numero. Che dire, prove straordinarie (corro a verificare la mia camicia di lino, si sa mai...).
Baima Bollone insiste poi sulla torcitura del lino che è in senso anti orario, come per il telo Sindonico, e insiste che tale caratteristica sia tipica della regione Siro-Palestinese.
Non potevano mancare i pollini di Max Frei, che coincidono con quelli della Sindone, mentre si sa che il lavoro del perito svizzero non ha alcuna valenza scientifica, né da un punto di vista metodologico, né da un punto di vista logico ( i teli potrebbero essere stati inquinati nei secoli durante le varie ostensioni). La Marinelli difende il lavoro di Frei narrando il suo carattere riservato e i suoi metodi segreti per la pulizia dei pollini, metodi che ahimè, il Frei si sarebbe portato nella tomba.
C'è da dire che i sindonologi sono, tra le altre cose, anche un poco sfortunati, anche se dovrebbero accettare più che la scomparsa dei presunti segreti metodologici di Frei, il fatto che lo stesso non fosse uno studioso dalla salda deontologia professionale avendo falsificato per almeno due volte i risultati delle proprie perizie.
La Marinelli giunge dunque alle sue conclusioni: visto il numero enorme di coincidenze (sic) si può dedurre che Sudario e Sindone siano state messe sul corpo della medesima persona, ovvero Gesù.
Sorge a questo punto il dubbio: il C14 effettuato sul telo di Oviedo data la reliquia al VII secolo ( la Sindone addirittura al XIII-XVI secolo) ma vuoi che anche qui gli scienziati non abbiano commesso qualche errore?
Certo che sì. E' stato preso un pezzo di tessuto sbagliato con un quantitativo di carbonio superiore al normale.
Sia nel Sudario che nella Sindone evidentemente. Però il sudario non avrebbe dovuto essere contaminato dalla fantascientifica emanazione energetica della resurrezione. Quindi perché il radio carbonio ha sbagliato (per ben due volte addirittura?)
Ora il documentario si domanda : e se fosse opera di falsari, come sarebbe la storia dei due oggetti?
La Marinelli ci dice che ciò che si vede nella Sindone è esattamente ciò che ci si aspetterebbe dalla crocifissione così come doveva essere concepita e attuata dagli antichi Romani e non per come la poteva immaginare un falsario medioevale.
In altre parole la Marinelli sottintende che oggi abbiamo più informazioni circa i metodi romani di quelli che avrebbero avuto nel medioevo. Tra l'altro è anche vero, peccato che le informazioni fornite dall'archeologia non solo non coincidono con la crocifissione rappresentata dall'uomo della sindone ma differiscono del tutto (piedi non sovrapposti ma inchiodati singolarmente ai lati del palo e arti superiori non inchiodati ma legati).
Giacobbo ci tiene a sottolineare, nell'intermezzo che Leonardo da Vinci non c'entra nulla con la Sindone, ma il suo scopo non è quello di fornirci una notizia vera, piuttosto ovvia per dire il vero, ma in modo contorto quello di avvalorare quello che viene dopo, ovvero le fonti che attesterebbero che della Sindone si sarebbe parlato prima del XIV secolo. In altre parole il ragionamento è questo: vi confuto una notizia palesemente falsa per crearmi autorevolezza per quello che sto per dirvi.
Di fatti il documentario riprende introducendo in modo sommario le tesi degli scettici soffermandosi ancora una volta sul sangue di cui la Marinelli da per certa la presenza. Tuttavia ciò che preme è quella di smontare la tesi della mancanza di fonti.
A sovvertire questa ipotesi interviene il ricercatore Alessandro Piana che sostiene esistano prove storiche, numismatiche e iconografiche che dimostrerebbe che la Sindone sarebbe molto più antica di quanto dimostrato dal C14. Sorgono spontanea la domanda: come può una fonte cambiare l'esito del C14?
Ma vediamo queste fantomatiche fonti: innanzitutto il solito codice Pray di cui ho già parlato qui, ma che brevemente ricordo non essere una fonte primaria e soprattutto par strano che l'artista con dovizia riporti bruciature e tessitura ma dimentichi la cosa più sensazionale: l'impronta lasciata dal corpo.
Ci si aspetta qualche altra fonte ma il discorso viene troncato qui: si ritorna al Sudario di Oviedo dove con grande enfasi si rivela che non ci sono, a differenza della Sindone, voci critiche o prove che neghino l'autenticità di tale telo che quindi, rullo di tamburi, ha sicuramente coperto il capo di Gesù.
Su questo punto Jorge Manuel Rodriguez non ha alcun dubbio: perchè mai inventarsi un telo sporco di sangue? E poi per lui è estremamente chiaro che in quel telo macchiato si vede la morte di un uomo morto di edema polmonare, che è morto in verticale ed avere una serie di ferite alla nuca provocate da una corona di spine.
Le prove sarebbero così schiaccianti che addirittura qualcuno ha pensato di utilizzare il sangue del sudario per clonare Gesù, e questo qualcuno non è nemmeno Michael Crichton! Che sia Giacobbo?
Ad ogni modo il telespettatore viene subito tranquillizzato: la sequenza di DNA trovato sarebbe troppo corta.
Manca qualcosa?
Sì, gli esami effettuati sul Sudario di Oviedo confermano la datazione al 680 circa con buona pace di Gonzales e Marinelli e del distratto Giacobbo. Il C14 proprio non piace a Sindonologi e disinformatori.
E Boyager colpisce ancora.
Di fatti il documentario riprende introducendo in modo sommario le tesi degli scettici soffermandosi ancora una volta sul sangue di cui la Marinelli da per certa la presenza. Tuttavia ciò che preme è quella di smontare la tesi della mancanza di fonti.
A sovvertire questa ipotesi interviene il ricercatore Alessandro Piana che sostiene esistano prove storiche, numismatiche e iconografiche che dimostrerebbe che la Sindone sarebbe molto più antica di quanto dimostrato dal C14. Sorgono spontanea la domanda: come può una fonte cambiare l'esito del C14?
Ma vediamo queste fantomatiche fonti: innanzitutto il solito codice Pray di cui ho già parlato qui, ma che brevemente ricordo non essere una fonte primaria e soprattutto par strano che l'artista con dovizia riporti bruciature e tessitura ma dimentichi la cosa più sensazionale: l'impronta lasciata dal corpo.
Ci si aspetta qualche altra fonte ma il discorso viene troncato qui: si ritorna al Sudario di Oviedo dove con grande enfasi si rivela che non ci sono, a differenza della Sindone, voci critiche o prove che neghino l'autenticità di tale telo che quindi, rullo di tamburi, ha sicuramente coperto il capo di Gesù.
Su questo punto Jorge Manuel Rodriguez non ha alcun dubbio: perchè mai inventarsi un telo sporco di sangue? E poi per lui è estremamente chiaro che in quel telo macchiato si vede la morte di un uomo morto di edema polmonare, che è morto in verticale ed avere una serie di ferite alla nuca provocate da una corona di spine.
Le prove sarebbero così schiaccianti che addirittura qualcuno ha pensato di utilizzare il sangue del sudario per clonare Gesù, e questo qualcuno non è nemmeno Michael Crichton! Che sia Giacobbo?
Ad ogni modo il telespettatore viene subito tranquillizzato: la sequenza di DNA trovato sarebbe troppo corta.
Manca qualcosa?
Sì, gli esami effettuati sul Sudario di Oviedo confermano la datazione al 680 circa con buona pace di Gonzales e Marinelli e del distratto Giacobbo. Il C14 proprio non piace a Sindonologi e disinformatori.
E Boyager colpisce ancora.
2 commenti:
Grazie per la consueta disamina.
Quello che trovo davvero straordinario dei giacobbi e cospirazionisti di turno è la capacità di porsi comunque dall'altra parte della barricata della scienza.
Se la superstizione (non oso chiamarla fede) indica un valore in una reliquia e la scienza ne dimostra l'inautenticità, certamente ha ragione la superstizione.
Se invece la scienza ci dice che, ad esempio, l'11 settembre si svolse così come ci dice anche la cronaca e la storia, allora evidentemente c'è sotto qualcosa!
Portatori di Oscurantismo.
Ecco cosa sono costoro.
Mi piace la definizione!
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