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giovedì 24 dicembre 2009

25 Dicembre 1993 - Natale di Sarajevo

Alcune immagini del video sono piuttosto crude, si sconsiglia la visione a chi è facilmente impressionabile.


E' Natale.
Comete sulfuree
adornano il cielo.
Urla la folla
...in festa.

E' Natale:
il giorno del bimbo che nasce
già appeso alla croce,
tra l'atroce cantare,
religioso latrare,
di vacui alleluia.

Feroce è il sudario
che cade
bianco sui campi:
è tormenta,
è Natale.

Natale di esanimi corpi,
di violaceo gonfiore
e di piombo,
di ogni grido di madre,
di digrignare di denti,
di stupro,
di freddo,
di fame.

Ora, nel cielo
s'odono solo
confuse campane.

E' ormai giorno.
E' Natale.



Seregno 25 Dicembre 1993






Appunti di viaggio:
Scrissi questa poesia 16 anni or sono mentre sui Balcani infuriava la guerra. Da allora ogni volta che viene il Natale la rileggo, per non dimenticare quanto inutili e vane siano le preghiere e quanto tutto dipenda invece dal feroce egoismo dell'uomo o dal suo desiderio di convivere pacificamente.  Da un punto di vista stilistico preferii usare frasi corte, violente e dirette, evocative di immagini terribili che forse solo chi ha davvero visto la guerra con i propri occhi, ne ha saggiato gli odori e udito i suoni, può davvero capire. Il passaggio centrale pieno di "R" di difficile lettura, è ispirato, alla tecnica usata dal Foscolo, sebbene il confronto non possa in alcun modo reggere, dalla parte finale del sonetto "Alla Sera" (... e intanto fugge / questo reo tempo e van con lui le torme / delle cure onde meco egli si strugge / e mentre guardo la tua pace dorme / quello spirto guerrier ch'entro mi rugge), dove l'uso copioso della lettera unito all'ineguagliabile ritmo della poesia, permette, recitando a voce alta, di rievocare l'emozione in seno al poeta.

1 commento:

Claudio Casonato ha detto...

Buon Natale.
Mio fratello ha fatto 9 mesi di servizio in Kosovo.... e da quello che mi ha raccontato capisco....

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