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domenica 30 luglio 2017

Dio non stacca la spina


Ho preferito attendere la preannunciata, quanto inevitabile fine della triste storia di Charlie Gard, prima di analizzare i fatti. Anche perché in genere, a ridosso dell'evento mediatico (perché di questo e non altro si è trattato, purtroppo), le notizie rilasciate dai giornali sono spesso di parte e poco razionali: più dense di commenti che di fatti. Veniamo quindi a questi fatti:
  • La malattia: Il piccolo Charlie era affetto da una malattia rarissima (solo 16 persone al mondo conosciute al momento) che si è manifestata a circa 2 mesi dalla nascita e della quale, ed è bene dirlo in modo chiaro, non si conosce alcuna cura. Dopo circa 7 mesi il bimbo è stato colpito da un encefalopatia epilettica che lo ha reso, tra le altre cose, incapace di respirare da solo, nonché sofferente.
  • La speranza: la sperimentazione effettuata nella clinica americana (ah, maledetta Big Pharma!), solo sui ratti (animalisti?), aveva dato risultati ancora da decifrare, ma su altri tipi di mutazione genetica. Il 15 Luglio, dopo vari rinvii, un medico USA dell'anonima (per motivi legali) clinica, visita il piccolo e concorda con il resto dei medici che non ci sono più speranze. Segue, il 24 luglio, la visita di un professore della Columbia University e quella di uno del Bambin Gesù di Roma, che però non possono che constatare che non ci sia nulla da fare.
  • Il contesto medico: il Great Ormond Street Hospital è e rimane uno dei migliori ospedali pediatrici al mondo. La decisione di inoltrare la richiesta di "staccare la spina", avallata anche dalla magistratura britannica, che suppongo si sia avvalsa di altre perizie, è stata presa nel “child's best interest", visto che il bimbo era anche sedato e non come a detta di alcuni sudici avvoltoi come :
"Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie". (Cardinal Cafarra).
E pensare che fino a qualche secolo fa erano i tribunali papali a decidere della vita e della morte di uomini e donne e, che da qualche anno a questa è parte, l'interesse per i bambini da parte della chiesa è diventato sinonimo di violenza.
Ma il lupo, in tal caso non  non perde né pelo, né vizio; infatti poco dopo aggiunge:
"Fermatevi, in nome di Dio. Altrimenti vi dico con Gesù: " Sarebbe meglio che vi legaste al collo una macina da mulino e vi gettaste nel più profondo del mare". 
E pensare che nell'Evangelium Vitae, enciclica di Papa Giovanni Paolo II si specifica che:
Da essa va distinta la decisione di rinunciare al cosiddetto «accanimento terapeutico», ossia a certi interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o anche perché troppo gravosi per lui e per la sua famiglia. In queste situazioni, quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile, si può in coscienza «rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all'ammalato in simili casi. 
Ma i vescovi li leggono gli ordini impartiti dai superiori? O come al solito va bene tenere tutti i piedi possibili, in tutte le scarpe possibili (tanto se sbagliano, sono sempre uomini. E lo Spirito Santo evidentemente negli ultimi tempi si è rimbambito).
  • Contesto sociale: i genitori di Charlie si sono comportati, almeno fino ad un certo punto (opinione personale), in maniera esemplare: si sono informati, trovando di fatto un appiglio alle proprie speranze e a quello del loro piccolo. Poi, forse, vista anche la sofferenza del piccolo avrebbero potuto fare un passo indietro e concentrarsi di più nello stargli vicino fisicamente, invece si sono fatti trasportare dai vari social, in un vortice aberrante di hashtag, comunicati inutili a cui hanno preso parte vergognosamente persino Papa e Presidente USA. Tanto che la chiosa al comunicato di lasciarlo andare "tra gli angeli": "Troppo tempo è stato perso ormai", suona terribilmente vuota. Speranze, sempre ultime a morire, in realtà, sarebbe bene dire che non avrebbero dovuto nemmeno nascere.
Veniamo al perché del titolo "Dio non stacca la spina". No, non fa proprio nulla invero, ma se mai esistesse e fosse capace di fare, sarebbe anche colui che per qualche ragione incomprensibile (comodo vero?) avrebbe anche dato il là a tutto. Quindi Dio avrebbe fatto molto di peggio : come un infame burattinaio avrebbe tirato i fili  di questa morte atroce (e non da ultimo, di questo scempio mediatico) e umanamente insopportabile almeno tanto quanto quelle che ogni stramaledetto giorno accadono a migliaia di infanti sanissimi, che non hanno accesso ai più elementari fabbisogni (altro che ospedali di prim'ordine!) o semplicemente perché, per qualche assurdo motivo, sono nati nel posto sbagliato al momento sbagliato. 

Ecco, in questi ultimi contesti vi sarebbe, seppur flebile, la speranza. Ma toccherebbe all'uomo porre rimedio alle bestialità, che se esistesse Dio, oscure ragioni o meno, dipenderebbero comunque da lui.
Nel caso di Charlie Gard invece no, l'uomo non ne ha ancora le capacità, ed è bene farsene una RAGIONE.



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