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mercoledì 16 giugno 2010

Era un aiuto di Stato

Digitale terrestre, anno 2004. Il governo Berlusconi varava nella manovra un fondo di 110 milioni di euro per contribuire all'acquisto dei decoder per poter visualizzare la Tv digitale. Nel 2005 il fondo venne rinnovato, ma il contributo pro capite diminuì da 150 a 70 €. 
Nel 2004 i canali che trasmettevano in digitale erano pochissimi e per di più la qualità del segnale non era comunque sfruttabile giacche i televisori HDTV non erano ancora commercializzati e anche gli HD Ready (la cui "alta definizione" non è sfruttabile da segnali via antenna), avevano costi proibitivi. 
Perché tanta fretta dunque? Semplice: l'imprenditore, allora come oggi al Governo, intravvide la possibilità di creare un mercato e di aggredirlo in anticipo sulla concorrenza nonché, ovviamente, la possibilità di rinforzare posizioni di mercato delle emittenti di proprietà.
Il mercato, allora inesistente dei decoder, venne creato ad hoc con il contributo statale: bastava presentare l'abbonamento RAI per poter accedere al contributo. Alcuni decoder costavano parecchio, ma guarda caso, la Amstrad, società controllata dalla Solari.com di Paolo Berlusconi, fratello del premier,  usci con un decoder che veniva letteralmente distribuito gratuitamente, poiché il suo costo equivaleva a quello del contributo. 
Come resistere ad acquistare un oggetto in modo gratuito? 
Impossibile. Anche se poi tanto gratis, il decoder non era, visto che la manovra finanziaria viene fatta sostanzialmente sulle imposte  e sui tagli che comunque ricadono sulle tasche dei cittadini. 
Di fatto l'operazione fu un travaso diretto di denaro dalle tasche dei cittadini alle casse della società di Paolo Berlusconi, un regalo alle imprese di famiglia.
Ma non è finita: di fatto il contributo rientrava di logica in un aiuto di Stato ad emittenti che si avvalevano del segnale digitale a discapito di quelle che puntavano sul supporto satellitario: in pratica si falsava il principio di concorrenza.
La Corte di Giustizia Europea ha recentemente sentenziato quanto era sotto gli occhi di tutti coloro che volevano vedere, ovvero, condannando le emittenti che hanno goduto dell'aiuto di Stato a risarcire quanto  indebitamente ricevuto. 
Tra le emittenti italiane interessate, in testa a tutte c'è, neanche farlo apposta, Mediaset ed infatti come avrete potuto constatare, i telegiornali filo governativi, dai "Tigginzolini" RAi ai "Fedeli" Mediaset, hanno riportato con grande enfasi la notizia, sacrificando importanti approfondimenti come il campionato del mondo di lotta con gli alluci.
Se qualcuno ai tempi si domandava, magari speranzoso, cosa mai avrebbe fatto un imprenditore al governo oggi una risposta sicura ce l'ha: business.
Beh, in realtà bastava stare un po' attenti e lo si scopriva anche prima...

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