Prologo:
- Ore 16:17 partono i titoli di apertura dopo i quali la conduttrice, Barbara D'Urso presenta subito gli argomenti tra cui spicca ovviamente quello della Sindone. Si comincia però con i racconti dei reduci del Grande Fratello, malmenati o maltrattati in varie occasioni. Sotto, in sovrimpressione scorre la scritta "Vita da Star: che Fatica!". Star? Fatica? Se il buon giorno si vede dal mattino siamo a posto.
- Ore 16.52 si continua con l
'inutileil gossip commentando le foto di Marina Stella, altra star di prima grandezza del panorama cinematografico mondiale. - Ore 16.54 si passa a "Pupe e secchioni" ennesimo (un)reality delle reti Mediaset dove la parte del deficiente deve essere naturalmente interpretata dalla bella svampita. Il tutto dura un paio di minuti
Finalmente inizia questo interessante programma di approfondimento sulla Sindone che per lo meno gode della rarità di avere tra gli ospiti anche alcuni assertori della non veridicità della reliquia in oggetto: il Dott. Lombatti e il Professor Delfino Pesce.
Barbara d'Urso, come del resto la trasmissione, trova la sua dimensione ideale tra i beati beoti partoriti dai programmi televisivi e quando deve avere a che fare con studiosi se possibile risulta ancora più irritante e inadatta ma tant'è.
Si parte con la presentazione degli ospiti, quindi con un breve documentario dove si mettono subito in risalto le tesi dei sindonologi nonché le convergenze tra scritture e Sindone, tralasciando ovviamente che le scritture non sono assolutamente univoche nel descrivere la passione e che da un punto di vista storico sono fonti secondarie delle quali non si ha nemmeno la certezza dell'identità degli autori.
Il primo a parlare è il professor Nello Balossino, docente di informatica, che ovviamente parla della tridimensionalità dell'immagine Sindonica: nulla da dire senonché l'immagine tridimensionale del presunto volto di Cristo così come è presentata sembra confermare che si tratti di un bassorilievo, a meno che non si ammetta che la tridimensionalità della Sindone sia piuttosto relativa.
Uscendo dal suo campo Balossino parla di assoluta mancanza di pigmenti nella Sindone, spalleggiato in questo dall'altro sindonologo Professor Fanti. Antonio Lombatti ribadisce che il dato è contestato ma la discussione viene prontamente deviata introducendo la riproduzione fatta dal Professor Luigi Garlaschelli.
Al termine del filmato la parola viene data ad un irridente Bruno Barberis che pur non avendo alcun dato del lavoro compiuto dal docente pavese, già ne sentenzia il fallimento.
Interviene di nuovo Lombatti che specifica come il centro di sindonologia torinese detenga una sorta di monopolio sulle analisi che dunque non possono, come si dovrebbe, essere messe alla prova di contro-analisi effettuate da scienziati non "allineati". Lombatti, a mio avviso, in questo frangente commette un errore (comprensibile dato il clima dello studio), specificando (a ragione) che gli scienziati dello Sturp indossavano grossi crocefissi, alludendo al fatto che molto probabilmente tali studiosi non erano equidistanti ma al contrario impegnati a trovare solo elementi a favore. Un errore, perché l'accusa così posta risulta debole e allo spettatore medio, ignorante della storia e dei metodi dei sindonologi, rischia di apparire pretestuosa (mentre per i sindonofili rimane appiglio per attaccare Lombatti come del resto ha prontamente fatto nel suo blog il vaticanista Tornielli che nel suo amore per il copia-incolla si è dimenticato di riportare una frase di Lombatti che rendeva il tono scherzoso di un post).
E' il momento del giornalista Claudio Brachino, noto volto del peggior telegiornale italiano che si auto professa neutrale ma volge immediate critiche a Lombatti asserendo che il mistero della Sindone si è infittito proprio grazie alla Scienza. Un po' come dire: prima pensavamo che il mondo fosse stato fatto da Dio in 6 giorni oggi, dal momento che ci ha messo il becco la Scienza, la storia si è decisamente incasinata. Sconcertante.
Il discorso poi si sposta sul sangue e sul siero che i sindonologi danno per scontato ci sia, anche se, come sottolinea Lombatti, non solo non ci dovrebbe essere ( i cadaveri non sanguinano e stando alle varie reliquie doveva essere stato terso dal sudario di Oviedo) ma anche qualora se ne accettasse la presenza non si capisce perché debba cadere dall'alto verso il basso dato che la salma era reclinata. Inoltre, aggiungo io, non si capisce perchè sanguina copiosamente la fronte e non le ferite dovute alle sferzate.
Interviene di nuovo Brachino definendo sterile il discorso del sangue e con grande solerzia sposta il discorso sui pollini di Max Frei.
Continua...
Si parte con la presentazione degli ospiti, quindi con un breve documentario dove si mettono subito in risalto le tesi dei sindonologi nonché le convergenze tra scritture e Sindone, tralasciando ovviamente che le scritture non sono assolutamente univoche nel descrivere la passione e che da un punto di vista storico sono fonti secondarie delle quali non si ha nemmeno la certezza dell'identità degli autori.
Il primo a parlare è il professor Nello Balossino, docente di informatica, che ovviamente parla della tridimensionalità dell'immagine Sindonica: nulla da dire senonché l'immagine tridimensionale del presunto volto di Cristo così come è presentata sembra confermare che si tratti di un bassorilievo, a meno che non si ammetta che la tridimensionalità della Sindone sia piuttosto relativa.
Uscendo dal suo campo Balossino parla di assoluta mancanza di pigmenti nella Sindone, spalleggiato in questo dall'altro sindonologo Professor Fanti. Antonio Lombatti ribadisce che il dato è contestato ma la discussione viene prontamente deviata introducendo la riproduzione fatta dal Professor Luigi Garlaschelli.
Al termine del filmato la parola viene data ad un irridente Bruno Barberis che pur non avendo alcun dato del lavoro compiuto dal docente pavese, già ne sentenzia il fallimento.
Interviene di nuovo Lombatti che specifica come il centro di sindonologia torinese detenga una sorta di monopolio sulle analisi che dunque non possono, come si dovrebbe, essere messe alla prova di contro-analisi effettuate da scienziati non "allineati". Lombatti, a mio avviso, in questo frangente commette un errore (comprensibile dato il clima dello studio), specificando (a ragione) che gli scienziati dello Sturp indossavano grossi crocefissi, alludendo al fatto che molto probabilmente tali studiosi non erano equidistanti ma al contrario impegnati a trovare solo elementi a favore. Un errore, perché l'accusa così posta risulta debole e allo spettatore medio, ignorante della storia e dei metodi dei sindonologi, rischia di apparire pretestuosa (mentre per i sindonofili rimane appiglio per attaccare Lombatti come del resto ha prontamente fatto nel suo blog il vaticanista Tornielli che nel suo amore per il copia-incolla si è dimenticato di riportare una frase di Lombatti che rendeva il tono scherzoso di un post).
un "tridimensionalissimo" bassorilievo |
Il discorso poi si sposta sul sangue e sul siero che i sindonologi danno per scontato ci sia, anche se, come sottolinea Lombatti, non solo non ci dovrebbe essere ( i cadaveri non sanguinano e stando alle varie reliquie doveva essere stato terso dal sudario di Oviedo) ma anche qualora se ne accettasse la presenza non si capisce perché debba cadere dall'alto verso il basso dato che la salma era reclinata. Inoltre, aggiungo io, non si capisce perchè sanguina copiosamente la fronte e non le ferite dovute alle sferzate.
Interviene di nuovo Brachino definendo sterile il discorso del sangue e con grande solerzia sposta il discorso sui pollini di Max Frei.
Continua...
4 commenti:
Grazie, aspetto il seguito. Ti segnalo un piccolo refuso: "infitito".
Grazie a te per la segnalazione :)
Io ho visto la trasmissione e mi era pars evidente che la disputa era impari. Non so cme abbia fatto Lombatti a nn mandarli a quel paese per le idiozie che venivan decantate. Posso solo pensare che il nostro paese non è affatto laico, ma vassallo della chiesa attolica di Roma, per nostra sfortuna!
Condivido la seconda parte del tuo discorso e credo come, poi ho detto nel 3° post, che Lombatti probabilmente abbia scelto quei toni in parte perché è quello l'unico modo per riuscire a portare i propri dati e le proprie conclusioninelle trasmissioni televisive nostrane, in parte perché era obiettivamente in netta minoranza e quindi umanamente si sentiva un po' braccato.
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