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giovedì 15 dicembre 2016

Dalla forchetta alla forca



C'è un'impreparazione generale sui temi politici che fa davvero paura. 
Colpisce l'ignoranza degli italiani, la dabbenaggine, finanche la stupidità di chi vorrebbe una cosa e poi quando la ottiene non ne accetta le conseguenze.
Per i politici attuali c'è di buono che il nuovo sport nazionale del popolo italico sembra essere quello di lamentarsi sui social e che questo, di fatto, allontani per ora la minaccia che qualcuno finisca per farsi male, o con una nuova stagione di terrore o con manifestazioni violente di cui però sarebbe bene non sottovalutare i primi sintomi .
Il tragicomico referendum costituzionale è acqua passata. 
E' fallita la ricerca di consenso per migliorare di pochissimo (evidentemente troppo poco) una situazione di cui tutti, e dico tutti, prima della proposta del rottamatore fiorentino, magari in modalità diverse, comunque, si auguravano. 
E' fallita in primo luogo perché ciò per cui il signor Renzi si è prodigato, non era  tanto una cosa che reputava utile al Paese (e di fatto lui stesso definiva la riforma un compromesso al ribasso), bensì la sua consacrazione a leader massimo.
La personalizzazione del voto, infatti, l'ha voluta lui per accondiscendere al proprio ego smisurato sebbene fondamentalmente la cosa finisca per certificare, al di là di ogni dubbio, che il signor Renzi non è una persona così intelligente come molti credono o vogliono far credere: Renzi, a parte il suo primo periodo populista, al limite se non oltre la demagogia che tanto si è ama condannare nelle parole altrui (ma ditemi: cos'è la "rottamazione" se non pura demagogia?), ha semmai dimostrato di essere nulla più che l'ennesimo furbo.

Il referendum è fallito dicevo, il perché è presto detto: 
  • Doveva servire a ridurre i parlamentari. Già, di quanto? Di 250 unità? Sai lo sforzo! 
  • Doveva far risparmiare sui costi della politica? Davvero? Ma se ogni santissimo anno siamo qui ad indignarci che per leggi di pubblica utilità i tempi sono biblici ma quando c'è da aumentarsi lo stipendio l'aula è sempre piena e i tempi rapidissimi! E non dimentichiamo le iniziative del M5S  volte a ridurre lo stipendio dei parlamentari, sempre disertate o avversate con scuse ben oltre il limite del ridicolo. Inoltre, la Riforma, benché eliminava lo stipendio da senatore (senza per altro introdurre limiti a quello dei consiglieri regionali), inseriva rimborsi spese per coloro che erano designati a recarsi al Senato: ebbene (vedi a volte il caso...), la maggior parte degli scandali recenti riguardanti truffe dei politici riguardano giusto l'abuso sui rimborsi e neanche farlo apposta, proprio di consiglieri regionali!
  • Si volevano eliminare le Province, sostituendole di fatto con le Città Metropolitane i cui rappresentanti sono eletti dagli eletti e non direttamente dagli elettori, sottraendo  un ulteriore potere di controllo ai cittadini e favorendo, di fatto, la spartizione partitocratica. Inoltre, l'eliminazione dell'Ente, non avrebbe eliminato né le competenze, né gli oneri ad esse derivate, né tanto meno il personale che sarebbe stato trasferito ad altri enti (più probabilmente sarebbe rimasto al suo posto, forse addirittura nello stesso stabile, semplicemente cambiando la targa di bronzo all'ingresso) mantenendo inalterati i conti.
  • La riforma doveva "garantire" la governabilità? Ma è davvero la Costituzione a dover garantire la durata dell'azione di un Governo o i suoi meriti? La risposta che mi verrebbe da dare è relativa ad un altro punto della Riforma saltata: l'abolizione del CNEL. L'eliminazione di questo "inutile ente" è stata richiesta perché il 5 gennaio del 1957  i parlamentari erano in preda ai fumi dell'alcol o perché, benché utile, sia sempre stato pensato da chi ci entrava come uno dei tanti stipendifici/carrierifici statali? Allo stesso modo, non toccando il vincolo di mandato, chi potrebbe garantire la tenuta di un Governo? Inoltre alla riforma non era associata una legge elettorale, anzi, ne era stata proposta una, "quella che ci avrebbero copiato tutti", in odore di incostituzionalità, da rivedersi per tenere buona l'ala sinistra, per di più "intelligentemente" pensata solo per la camera (perché il signor Renzi, essendo un genio, non poteva prevedere l'esito a lui infausto della consultazione referendaria) e ora archiviata perché favorirebbe al momento la controparte rispetto chi la proponeva!
  • Doveva semplificare l'iter legislativo? Buca anche questa, lo avrebbe fatto eliminando del tutto una camera, ma la riforma prevedeva comunque un cospicuo numero di casi per cui doveva esserci iterazione tra le due camere e il controverso art.70 faceva intravedere un continuo ricorso alla Consulta per verificare, di legge in legge, i conflitti di attribuzione sulla specifica materia
Inoltre, a molti commentatori è sfuggito un fatto di estrema gravità: la riforma costituzionale  è stata presentata da un organo esecutivo. Un precedente estremamente pericoloso!
Il Governo ha il compito di amministrare le risorse della Nazione per rendere migliore la vita del popolo, il tutto secondo le regole stabilite; non quello di cambiare le regole. Quello spetta al parlamento. 
Invece? Mesi di dibattito sulle ragioni legittime del Si e del No, affrontate in modo per lo più infantile, incompleto, fuorviante (da ambo le parti) quasi a voler prolungare a dismisura la discussione per nascondere che:
  • i Vaucher erano e sono uno strumento neo schiavista volto a truccare i dati sulla disoccupazione: una soluzione talmente schifosa che il neo formato governo, chissà perché, sente l'esigenza di eliminarla; 
  • il Jobs Act era un castello di carte e come tale sta crollando al primo soffio di vento. Di fatto, è stato drogato il mercato inserendo sgravi fiscali per i datori di lavoro. Come prevedibile, al venire meno degli sgravi sono aumentati i licenziamenti per causa disciplinare del 28% (quelli che una volta erano protetti dall'art 18, per intenderci), con buona pace del nuovo contratto a tempo "indeterminato" con tutele crescenti.
  • la ripresa di cui tanto il signor Renzi si è vantato nel discorso di finto commiato, risulta la peggiore tra quelle dei paesi dell'Unione e a mio giudizio da ascriversi più alla lenta uscita dalla crisi finanziaria e a condizioni favorevolissime come spread a i minimi, petrolio ai minimi, euro in discesa (noi siamo esportatori, una moneta troppo forte ci danneggerebbe). Più che evidenziare che in piena crisi sotto altri governi c'era il segno meno, avrebbe dovuto vergognarsi del troppo striminzito segno più mentre c'erano segnali di crescita;
  • che la "Buona" Scuola (che poi, possibile che questo autoincensamento preventivo non faccia sorgere il minimo dubbio che il soggetto altro non è che un parolaio?) era l'ennesimo pastrocchio con insegnanti costretti a rinunciare al lavoro perché sbattuti da una parte all'altra della penisola causa un algoritmo demenziale.
  • che la riforma della Pubblica Amministrazione è incostituzionale.
  • che la riforma delle Banche Popolari sembra essere incostituzionale e il problema Banche, in particolare MPS perdura.
  • che l'Italicum, "la miglior legge elettorale del pianeta", è sotto esame perché probabilmente incostituzionale.
Non bastasse pare che le marchette elettorali del rottamatore abbiano lasciato un buco di circa cinque miliardi di Euro (che sembra potrebbero ridursi a seguito di negoziazione) che la UE chiede di appianare (traduzione: scatteranno clausole di salvaguardia o ci saranno ulteriori tagli, in pratica altri esborsi per i cittadini onesti).
Se non vogliamo mettere limiti al peggio, adesso si parla di anticipare il voto per evitare il referendum indetto dalla CGIL per l'eliminazione del Jobs act. Tutto sempre a fini di convenienza politica e a scapito dei cittadini. 
Il solito magna magna, insomma.


Almeno fino a che la forchetta non si trasformerà in forca.











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