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mercoledì 30 maggio 2012

Annullamenti moralisti


Propongo l'annullamento del Palio di Siena per devolvere i soldi ai terremotati. Sfortunatamente Natale non è a tiro e Pasqua è passata da poco. Forse facciamo in tempo a fermare la regata del Redentore a Venezia e di sicuro potremmo annullare le processioni dei vari Santi e la liquefazione del sangue di San Gennaro.
O vogliamo davvero fermarci alla parata militare del 2 giugno e alla visita del Papa nel milanese?

Per diamine! Annulliamo tutto e devolviamo!


Peccato che i soldi per organizzare gli eventi si spendono, per gran parte, prima dell'evento stesso, motivo per cui l'annullamento degli stessi non permetterebbe alcun risparmio significativo. Certo, potrebbero essere annullati per questione di buon gusto, di morale, che non sarebbe poco. Ma scordiamoci che sia buon senso, perché, appunto, oltre l'opportunità morale (non sempre in linea con il buon senso) vi è il deserto del moralismo e del qualunquismo.

I soldi della parata sono stati, con molta probabilità, inseriti nel bilancio delle forze armate e comunque, come già detto, spesi  nelle fasi dell'organizzazione. Stipendi dei militari, carburante, suole e quant'altro potrebbe consumarsi per le vie della Capitale, verrebbero comunque spesi e consumati altrove altrove.

Potrebbero andare a spalare anzichè marciare? Certo, come potremmo far rientrare i soldati dalle varie missioni all'estero, come non comprare i caccia, e qualunque altra buona idea che ha il senso di una statua di ghiaccio nel Sahara, ma che pare tanto bella, tanto "peace and love", che quasi non ci si può non trovare d'accordo.
Sono convinto che la parata in pompa magna, o finanche in tono minore, oppure le solite scontate parole del teocrate vaticano, che di sicuro si dichiarerà vicino alle vittime, parranno questa volta più vuote del solito. Ecco forse perché è persino auspicabile che si facciano, così magari qualcuno inizierà a ragionare.
In primo luogo sulla parata, per capire che non è la festa delle Forze Armate e che la festa della Repubblica dovrebbe essere la festa dei cittadini e del significato reale che ormai si cela (ahimè non dovrebbe rimaner celato) sotto queste parole, appunto, Repubblica e cittadino.
Repubblica è letteralmente cosa di tutti; dovrebbe esserlo. Morale ci chiamerebbe a essere cittadini seri, quindi onesti, solidali, alla ricerca del bene comune.
Anzichè augurarsi annullamenti bisognerebbe agire. Me lo sono auspicato nel post precedente, immaginando una Protezione Civile più civile che permetta alla solidarietà innata di agire in modo organizzato, secondo le possibilità e capacità di ognuno.
Lo faccio invitando a donare qualcosa del proprio, sia esso tempo, o denaro. Direttamente, senza aspettare che macchine organizzative, in moto da mesi, debbano desistere per moralismi di nessuna utilità.

L'altra, la visita del Papa nel milanese, che tanto scuote le coscienze di alcuni, per farci ragionare sull'opportunità che il rappresentante di una confessione religiosa, pur maggioritaria nel Paese, Capo di Stato di un paese straniero, possa organizzare le sue manifestazioni a spese dell'intera comunità, qui davvero per una volta senza distinzione di sesso, razza, religione,ecc (chissà perché...?)
Forse, dico forse, fosse anche per meri motivi opportunistici, il Pontefice avrebbe potuto optare per un dirottamento verso le zone colpite: avrebbe portato la speranza a coloro che si affidano al trascendente cristiano anzichè portare la propria dotta parola all'incontro con le famiglie. Anzichè dichiararsi vicino, vada vicino ai suoi fedeli. Il pastore dovrebbe stare in mezzo alle pecore non ai purosangue!
Altro che:
Lombardi annuncia poi che resta confermata la visita pastorale di Benedetto XVI a Milano, dall'1 al 3 giugno, sottolineando che il sisma non ha interessato in modo grave i luoghi dove è prevista la presenza del Pontefice.
come a dire: l'importante è la sicurezza del Papa.
Per concludere vorrei lanciare una provocazione di ben altra fatta di quelle che hanno costituito l'incipit del post: siano i partiti a devolvere i rimborsi elettorali.
Ecco che il Presidente della Repubblica imponga questo.
Non dico tutto, ma almeno tutto quanto esula dal mero rimborso.
Non è populismo il mio, o demagogia: è logica.
Innanzitutto perché tali soldi non avrebbero dovuto nemmeno riceverli, giacché volontà del Popolo fu (stupidamente a mio avviso), di eliminarli. In secondo luogo perché non di rimborsi si tratta ma di vero e proprio finanziamento, visto che le cifre elargite superano di gran lunga i soldi spesi.
In terzo luogo perché i partiti esprimono la classe dirigente che ha permesso a questo paese di ridursi a ciò che siamo, attraverso troppe leggi buone solo per creare deroghe e con troppe deroghe per creare consenso. E' la classe dirigente che non vigila sull'applicazione delle norme, che taglia i fondi alla ricerca, che permette di sottoporre tutto alla pura economia (nel migliore dei casi).
Sulle loro coscienze, posto che ne abbiano, gravano molte responsabilità, dirette e indirette, e certamente, non sarà un rinuncia a permettere loro di ricostruirsi un'immagine.
Tuttavia, da qualche parte dovranno pur iniziare e non mi risulta che la via giusta siano le sterili discussioni sul presidenzialismo francese o su quello nord coreano.


2 commenti:

brain_use ha detto...

Io non sto più a dirti che sono d'accordo.
Tanto lo sai.

Unknown ha detto...

Mi basta che se prendo una cantonata mi tiri le orecchie (virtualmente parlando, s'intende!) ;)

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