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lunedì 25 aprile 2011

Ratzinger e la creazione


Nell'omelia, durante le festività pasquali, Benedettto XVI si è esposto nel rivelare risposte piuttosto importanti sulla creazione, per chi crede ovviamente e, contemporaneamente, ha mandato messaggi piuttosto chiari su come secondo la Chiesa dovrebbe essere intavolata una discussione scientifica.

Partirei da quast'ultima parte, che ha fatto più clamore, al solito occupando la prima pagina di vari quotidiani nazionali:
Non è così che nell’universo in espansione, alla fine, in un piccolo angolo qualsiasi del cosmo si formò per caso anche una qualche specie di essere vivente, capace di ragionare e di tentare di trovare nella creazione una ragione o di portarla in essa. Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura.
Sia ben chiaro dunque ai credenti, qualunque sia il lavoro che essi svolgano, dall'imbianchino al fisico teorico, che tutti devono essere Creazionisti.
Questo nonostante l'intera storia dei Sapiens non rappresenti che una frazione infinitesima della storia dell'Universo e che la vita abbia avuto circa 3.74 miliardi di anni per evolversi dalla sua presunta comparsa; l'idea di dio, insomma, non può cessare di rimanere indispensabile, al punto che se egli non esistesse, la vita stessa sarebbe priva di senso se non addirittura un disturbo (sic!)
Ratzinger è indubbiamente un discreto teologo (una media tra i cattolici che lo incensano e gli studiosi che lo massacrano), tuttavia a volte ho l'impressione che si faccia prendere la mano dal ruolo e, da politico, si lasci andare a penose considerazioni pur di portare acqua al proprio mulino.
Dovrebbe esserci però un limite, perché se l'acqua scarseggia, il mulino, finisce col per tirare su la melma.
Se da un lato, infatti, è comprensibile che per un religioso intento a  spendere la propria vita a prepararne un'altra, non possa esserci spazio al dubbio della creazione, pena il crollo di ogni sua credenza, rimane insensato il perché l'uomo, ma come lui qualunque altra forma di vita, dalla cellula procariote fino ai vari Homo, rappresenti un disturbo.
Il ragionamento è  così privo di logica che mi azzardo persino a definirlo  incredibilmente sciocco. 
Se, infatti, dio non esistesse o non fosse creatore ma semplicemente un demiurgo, non vi sarebbe un solo motivo per cui una forma di vita qualunque, a maggior ragione la  più evoluta, dovrebbe assumere l'identità di  "disturbo" della Natura. 
Sfugge probabilmente, a Ratzinger, l'ovvietà che ogni forma di vita assume lo stesso senso indipendentemente dall'esistenza o meno dell'entità creatrice: la vita è meravigliosa in quanto tale, checché ne dica lui e la sua setta e indipendentemente da ciò che c'è stato prima o che verrà dopo. 
Anzi attribuirle un valore inferiore, nell'attesa di chissà che cosa, è fondamentalmente sprecarla. Senza mezzi termini la via proposta è quella di guardare un dito che indica l'ignoto, quando basta guardarsi attorno per assaporare la meraviglia della natura.
Quindi, ribadisco, nel pieno rispetto della libertà religiosa e di pensiero, è accettabile (quanto di contro criticabile) l'affermazione ovvia di un religioso che, come detto, deve credere nella creazione per poter giustificare il proprio Io, mentre proprio per l'irrispettosa dichiarazione successiva non si può che rispedire al mittente certe parole nate probabilmente da un disturbo di digestione.

Passiamo ora all'aspetto delle rivelazioni. 
Benedetto XVI, in barba alle idiozie perpetrate da menti obnubilate come quelle dei vari De Mattei, ci tiene a sottolineare che:
(...)la liturgia vuole dirci che anche il racconto della creazione è una profezia. Non è un’informazione sullo svolgimento esteriore del divenire del cosmo e dell’uomo. I Padri della Chiesa ne erano ben consapevoli. Non intesero tale racconto come narrazione sullo svolgimento delle origini delle cose, bensì quale rimando all’essenziale, al vero principio e al fine del nostro essere.
Certo, anche Origene nel suo Contra Celsum lascia intendere che il mito della Genesi è da considerarsi tale e non da intendersi una rivelazione da bersi lettera per lettera. Insomma, già qualche padre della chiesa (non tutti, come dice volendo farlo credere, il signor Ratzinger) riteneva improbabile che un agglomerato di argilla animato e una creatura generata da una costola, ambedue parlanti il "serpentese", potessero davvero essere i progenitori dell'Umanità.  
Sono passi avanti, certo un po' maldestri, giacché la Chiesa nel suo passato impose, anche in barba alle evidenze scientifiche, la propria campata verità come unica possibile, poiché rivelata : in altre parole, duemila anni di tradizione si possono nascondere ai fedeli, in genere disposti a credere a tutto e ad abbeverarsi ad un unica fonte, non certo a chi studia con metodo.

Accontentiamoci, dunque, non tanto dei tentativi di un marchingegno vetusto di apparire ancora attuale, quanto di vedere lo stesso sbugiardare, sino al meritato ridicolo, i vari estremisti che si auto proclamano suoi difensori e, che per farlo, si rifanno a quella parte di tradizione che ormai è, evidentemente, una fonte di imbarazzo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

"...quando basta guardarsi attorno per assaporare la meraviglia del CREATO(!!!!)."
Veri evoluzionisti cercasi...

Unknown ha detto...

Ma porc...
Ecco cosa succede a voler scrivere anche quando la palpebra non vuole saperne di stare su.
Corro a correggere!
Grazie della segnalazione ;)

airone76 ha detto...

Perfettamente d´accordo sulla chiosa, ma spero però serva altrettanto bene a "sbugiardare, sino al meritato ridicolo" anche quegli atei che attaccano la Chiesa perchè (secondo loro) crede la Genesi (o altre parti della bibbia) vera o che dicono non accetti l´evoluzione.

Unknown ha detto...

Vero Airone76, molti sostengono che la Chiesa adotti ancora posizioni che in realtà ha da tempo superato spesso accomunando il Cattolicesimo ad altre sette le cui posizioni, invece, sono ancora ferme a secoli fa.
C'è però da dire che la Chiesa permette al suo interno, e qui intendendo per Chiesa la comunità dei fedeli (non il solo Vaticano, giusto per intenderci), che si sviluppino parecchie correnti che vanno da quelle impersonate delle menti più illuminate (quelle in grado di cogliere la meraviglia di ciò che chiamano creato anche attraverso le rivelazioni della scienza), e quelli per cui il creato non ha senso se non come raccontato dai sacri testi e che si attaccano dunque alla tradizione in modo che non esito a definire patologico.
La Humane Generis (1950)cui la Chiesa si appella, ad esempio, non rinuncia assolutamente ad Adamo, rifiuta il poligenismo e permette una libertà limitata ai fedeli di aderire a teorie scientifiche a patto che siano approvate dalla Chiesa stessa("...purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa").
Il sospetto è che tale confusione sia non solo tollerata, ma accettata se non addirittura voluta.

CIOCCO ha detto...

Credo che il Papa non volesse negare l'evoluzione: infatti egli dice ''soltanto'' che è una parola tralasciata dal commentatore ma forse più importante. Non soltanto significa che l'uomo che comunque si è evoluto,però secondo il Papa possiede una dimensione spirituale che non dipende dall'evoluzione, ma da Dio, ovviamente non spetta alla scienza dimostrare questa dimensione spirituale, ma alla fede. Occhio alle parole e a dare giudizi affrettati.

Unknown ha detto...

Non credo di aver tralasciato il "soltanto" nel mio ragionamento. Anche qualora avessi sottolineato quella parola non mi pare infatti che il risultato possa cambiare e il ragionamento venire meno. La dimensione spirituale dell'uomo ha subito anch'essa una evoluzione che va di pari passo alle conoscenze dell'uomo. L'uomo si è evoluto e questo è un fatto, come è un fatto, ad esempio, che la forma del dio che i cristiani chiamano "padre" era una delle tante divinità del pantheon ebraico prima dell'affermarsi del monoteismo a sfondo nazionalista. Non solo si è evoluta una spiritualità intesa come ricerca del trascendente, assente, almeno da quanto si evince dalle prove archeologiche nei primi ominidi, ma si sono evolute persino le religioni tipiche dei Sapiens. Di più, la prima forma di ricerca sul trascendente pare sia stata la magia, non la religione e che quest'ultima sia un'evoluzione di forma generata dal fallimento della prima (gli uomini tentarono di governare gli elementi con la magia e fallendo li divinizzarono). Persino quella cattolica è tutt'altro che monolitica ed ha subito continui stravolgimenti e variazioni spesso attraverso omicidi e azioni militari. Per concludere non sono affatto d'accordo che spetti alla fede dimostrare qualcosa: la fede non può dimostrare alcunché, perché per sua natura non prevede dimostrazioni; essa non è fatta di teoremi ma di credenze (dogmi), pertanto o ci si crede oppure no.

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