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venerdì 26 novembre 2010

Scelte editoriali


Una cosa che davvero non sopporto di certa gente è che pur partendo da posizioni privilegiate, o forse proprio per questo motivo, vogliono avere l'ultima parola su tutto.
Basterebbe questo, ma se a questo si aggiunge anche la mistificazione allora è troppo. Allora, bisogna mettere da parte quel poco di diplomazia e scrivere a chiare lettere che questi "religiosi" sono in malafede, intellettualmente disonesti o in alternativa dei prepotenti.
Mi riferisco alle pesanti pressioni che il mondo cattolico (media, parlamentari, lobbies varie) sta facendo affinché in una trasmissione televisiva di inaspettato (?) successo si crei, a distanza, il contraddittorio tra chi sostiene sia diritto di ogni persona decidere della propria vita anche nell'attimo fatale, e chi invece ritiene questa libertà ideologicamente improponibile, anche se riguarda la vita, il credo e le volontà altrui.
Partiamo subito col dire che i cattolici sono tanto solerti a pretendere eguaglianze specifiche quanto restii a concederle laddove esse detengono il potere, qualunque esso sia.
La RAI è pubblica? Si.
Quindi deve comunque dare spazio al contraddittorio? No.
No perché sarebbe una sciocchezza colossale. Innanzitutto come sottolineano i produttori della trasmissione in causa, esiste la libertà di precise scelte editoriali, che nello specifico non erano, come sbandierato da ignoranti mistificatori "spot per l'eutanasia" ma semplicemente testimonianze cui ognuno, in libera, e sottolineo libera, coscienza può decidere e giudicare se corrette o meno. La scelta non era dunque pro-morte, definizione stessa che rasenta l'idiozia di chi la classifica tale, bensì semplicemente il dare voce a una sensibilità che nel paese esiste al di là delle morali imposte dalle religioni, in particolare da quella cattolica.
No, perché i cattolici hanno già ampi spazi, in RAI e non solo, all'interno dei quali preti, vescovi, religiosi e papi, possono predicare liberamente e senza contraddittorio le loro tesi e le loro presunte verità.
Credo che nessuno con un po' di sale in zucca si sognerebbe di pretendere che dopo la predica domenicale possa intervenire qualcuno che la pensa in modo diverso e fare un contraddittorio. Perché dunque il contrario?
Idem per le trasmissioni scientifiche: è plausibile che a Superquark dopo una puntata sull'evoluzione della teoria dell'Evoluzione (...), si pretenda di avere il contraddittorio con un creazionista (magari De Mattei). 
E perché no, chiamiamo pure chi è convinto che la terra è piatta, chi crede ai calendari Maya e via dicendo.
Anzi grazie al vicedirettore di RAI 2 questi la voce ce l'hanno già. Ritiro.
No, perché i cattolici sono prepotenti e incapaci nella loro superbia di accettare punti di vista diversi dai loro: 
Se è noto che il Cda della tivù di Stato non può imporre alcunché, lo è altrettanto che un invito di questo genere era di quelli difficili da ignorare: a meno che, invece, Fazio e Saviano si sentano tanto forti da portare allo strappo il tiro alla fune ingaggiato – a questo punto – con la loro azienda (pubblica), con un bel pezzo di Parlamento e una larghissima parte della società civile
Questo scrive Pino Ciociola su Avvenire. Che siano belli o brutti però ci sono altri "pezzi" di Italia e secondo costui (e la corrente di pensiero che rappresenta), non dovrebbero avere voce se non previa accettazione di contraddittorio con loro. Perchè ? Perchè sono in tanti! 
Non vi sono altri reali motivi. Infatti, più avanti continuando a sostenere che i casi Welby ed Englaro erano uno spot "pro morte" si domanda a dimostrazione:
Se quelle di Eluana e Welby sono "di vita", come vanno definite le storie di migliaia di stati vegetativi e gravissimi disabili curati per anni dai loro cari?
 Altri casi di vita vissuti con secondo un ideologia differente: difficile da intendere?
No, se non si è accecati dalla propria superbia, ma evidentemente è il contrario. 
Poi si attaccano alle parole: dopo aver subito la distinzione "pro vita" e "pro morte", e dopo averla respinta, i produttori fanno notare a coloro che tale distinzione hanno creato, che in base a quella distinzione le associazioni cosiddette "pro vita" hanno molti spazi per fare sentire la propria voce.
Ma evidentemente quegli spazi servono a spiegare la parola di dio e non possono essere usati per dare voce alle famiglie delle persone in stato vegetativo che seguono i dettami del cattolicesimo. Per quelli bisogna pretendere altri spazi.
Concludendo, tanta pressione non sembra essere plausibile in un mero scontro ideologico che non comporta ai cattolici alcuna rinuncia se non quella di uno pseudo diritto per invadere le volontà e il credo altrui. 
Forse vi sono interessi economici forti, come tutti i finanziamenti che le associazioni cosiddette "pro life" ricevono per curare e mantenere ancora vita, disabili e persone in stato vegetativo permanente e hanno paura che una fetta del loro mercato, perchè a questo punto di questo si tratta, si volatilizzi. 
Forse davvero non arrivano a comprendere la possibilità di morali differenti dalla loro, come il sottosegretario Roccella che stizzita afferma che :
Fazio e Saviano sono stati chiari: dobbiamo essere liberi di fare propaganda per l’eutanasia, i disabili gravi, se proprio vogliono parlare, vadano altrove
Fosse anche vero, dov'è il problema? O forse il fatto che certi temi attirino 9 milioni di telespettatori spaventa chi vuole convincersi di avere ancora una maggioranza tale da poter spadroneggiare come più gli aggrada? 

2 commenti:

D a b l o k e s h ha detto...

Esprimi giudizi con molta chiarezza, e fai bene ad esternare la tua verità.
ciao

Unknown ha detto...

Grazie Antonio :)

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