Ieri sera, mentre a casa dei suoceri guardavo le nuove puntate di Dr House (ebbene sì, adoro quella serie), durante una pausa pubblicitaria, ho dato un’occhiata veloce al televideo e mi sono imbattuto in una notizia che mi ha letteralmente fatto sobbalzare dalla poltrona: il presidente dei medici cattolici, tale Pedro José María Simón Castellví, afferma che la pillola contraccettiva aumenta l’infertilità maschile e inquina il mondo. A caldo, il mio primo pensiero è stato che il soggetto evidentemente doveva avere più nomi che neuroni, tuttavia non fidandomi delle stringate righe del televideo, al ritorno a casa ho dato una controllata a chi diavolo fosse questo soggetto e se le parole riportate corrispondessero a verità; si sa che i Media italiani, sono facili a prendere cantonate.
Dunque, il signor Pedro José María Simón Castellví è il presidente della Federazione Internazionale delle Associazioni dei medici Cattolici (FIAMC). Il suo intervento pubblicato dall’Osservatore Romano è di per sé una contraddizione, basata sul solito assioma che gli altri devono dimostrare ed informare, mentre a quello che dice la Chiesa e i suoi adepti, siano essi porporati, medici, pseudoscienziati, bisogna credere e basta.
Per prima cosa afferma che la pillola anticoncezionale funziona spesso come effetto anti-impiantatorio, ovvero impedisce all’embrione e alla placenta di attaccarsi all’utero. Affermazione vera ma strumentale. Ne faccio una anch’io: correre viene sconsigliato alle gestanti nei primi giorni proprio per evitare problemi del genere: possiamo per questo dire che la corsa è una pratica abortiva? Nella maggior parte dei casi, che sono peraltro infinitesimali, l’embrione viene espulso senza neppure che la donna sappia di essere incinta; nel caso specifico la donna addirittura assume il farmaco proprio per evitare la gravidanza. La pillola è un farmaco, viene utilizzato per regolarizzare il ciclo, per diminuire i dolori mestruali, nonché per la sua azione anticoncezionale. Va inoltre specificato che a differenza di quanto diffonde questo eminente medico cattolico, se è vero che la pillola aumenta, seppur in modo lieve, l’incidenza di carcinoma al seno, la tipologia tumorale è in genere più trattabile, in quanto il tumore cresce in modo molto rallentato. Poi nella sua onestà intellettuale omette di dire che la pillola contraccettiva diminuisce la frequenza del cancro alle ovaie e all’endometrio, dei fibromi all’utero, delle cisti, nonché riduce il rischio di malattie cardiovascolari, l’arteriosclerosi, l’anemia da carenze di ferro e le malattie alla tiroide. Un po' come dire che mangiare carne favorisce l’insorgere di tumori all’intestino. Affermazione veritiera, ma così lacunosa da passare per informazione tendenziosa e quindi falsa. La realtà è che può fare male, ma di sicuro fa anche tanto bene.
Demenziale poi l’affermazione che riguarda, cito testualmente “gli effetti ecologici devastanti delle tonnellate di ormoni per anni rilasciati nell'ambiente”. In pratica egli afferma che, l’urina delle donne, carica di ormoni finirebbe con l’inquinare l’ambiente causando direttamente l’infertilità maschile.
Anche qui vale la pena citare: “Abbiamo dati a sufficienza per affermare che uno dei motivi per nulla disprezzabile dell'infertilità maschile in occidente (con sempre meno spermatozoi nell'uomo) è l'inquinamento ambientale provocato da prodotti della pillola”. In pratica l’inquinamento vero e proprio (diossine, Pm10, residui di metalli pesanti nei cibi ecc) passerebbero in secondo piano. Sarebbe poi da spiegare come questi ormoni finirebbero nel corpo umano una volta finiti nell’ambiente. Personalmente mi preoccuperei di più dell’uso smodato di estrogeni che si fa sugli animali da allevamento, dei pesticidi in agricoltura, dei mancati controlli sulle linee produttive ecc.
Rimane poi da fare una disamina sulla solita morale cattolica e sulla sua pretesa di superiorità. L’intervento del Castellvì si conclude infatti con una precisazione che fa il botto:
“In questo sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo si può dire che i mezzi contraccettivi violano almeno cinque importanti diritti: il diritto alla vita, il diritto alla salute, il diritto all'educazione, il diritto all'informazione (la loro diffusione avviene a discapito dell'informazione sui mezzi naturali) e il diritto all'uguaglianza fra i sessi (il peso dei contraccettivi ricade quasi sempre sulla donna).”
Innanzitutto mi pare doveroso sottolineare la disonestà intellettuale di accostare la Carta dei Diritti con quanto in seguito esposto, anche perché ciò che afferma il presidente è sostanzialmente frutto di una visione di parte e soprattutto generalizza in base a questa visione. Vediamo:
Come prima cosa, abbandona la specificità della pillola e generalizza parlando di mezzi contraccettivi, includendo evidentemente anche preservativi, spermicidi, diaframmi e quant’altro, una mossa che lo mette subito in errore.
Analizziamo poi i cinque diritti.
- Diritto alla vita: di chi? della madre, dell’embrione di cui forse non si sa neppure l’esistenza?
- Diritto alla salute: ampiamente confutata. Va poi valutato, nel contesto, gli effetti di una gravidanza indesiderata, il suo impatto famigliare e sociale.
- Diritto all’educazione: quale quella di matrice Cattolica? Mi pare ci sia ampia libertà, ed anzi personalmente contesto gli aiuti alle scuole private cattoliche a scapito di quelle pubbliche, tanto per dirne una.
- Diritto all’Informazione: Nello specifico, nello stesso articolo il Castellvì afferma che le informazioni sono presenti nei bugiardini degli anticoncezionali, quindi ci si domanda cosa egli pretenda. Si pretende invece la pubblicazione degli studi secondo i quali l’urina estrogenata delle donne favorirebbe l’infertilità maschile.
- Diritto all’Eguaglianza dei sessi: ottimo argomento ancora irrisolto dalla stessa Chiesa. Tuttavia varrebbe la pena ricordare a questo eminente professore che, mentre i metodi anticoncezionali ricadono quasi sempre sulla donna, la gravidanza ricade sempre sulla donna, che come l’uomo deve avere possibilità, sempre, di disporre liberamente del suo corpo.
Concludo con il laconico commento del professor Gianbenedetto Melis, vice presidente della Società italiana della contraccezione, all’articolo del Castellvì : «Sono affermazioni fantascientifiche ».
Aggiornamento:
Avevo affrontato l'argomento due settimane fa, in questo intervento, commentando l'articolo del Professor Pedro José María Simón Castellví presidente dalla Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, apparso sull'Osservatore Romano. Sinteticamente, con le mie assai relative conoscenze nel campo della medicina, ho provato a controbattere le tesi del professorone, dimostrandone per lo meno la disonestà intellettuale, data la sua tendenza a omettere dati o a raccontare verità parziali in modo tendenzioso. Fortunatamente a stretto giro sono arrivate anche le conferme, dirette e indirette da parte di persone assai più preparate del sottoscritto.
Riporto alcuni stralci da due articoli del Corriere della Sera , uno immediatamente dopo le dichiarazione del Castellvì, l'altro odierna
Gianbenedetto Melis, vice presidente della Società italiana della contraccezione:
- "Non siamo nel campo della scienza ma in quello della fantascienza. Insomma le tesi del presidente della Federazione internazionale delle associazioni dei medici cattolici Pedro José Maria Simon Castellvi sono prive di qualsiasi fondamento scientifico."
- "La pillola non è in grado di provocare l'aborto in quanto impedisce l'ovulazione e se non c'è l'ovulo da fecondare non ci può essere gravidanza".
- "Gli ormoni contenuti nei contraccettivi orali una volta metabolizzati dal fegato non sono più in grado di indurre effetti ormonali femminili"
Flavia Franconi, presidente del gruppo farmacologia di genere della Società italiana di farmacologia:
- "Se vogliamo dare la colpa dell'infertilità maschile agli estrogeni dobbiamo ricordare che il mondo è pieno di sostanze ad attività estrogeniche"
- "Fitoestrogeni sono presenti nella plastica, nei disinfettanti, nel Ddt, nella diossina, nell'agricoltura e, nei paesi che ne consentono l'aggiunta nel mangime degli animali, nella carne che mangiamo"
- "Anche una bottiglia di plastica lasciata al sole libera estrogeni inquinando il liquido che beviamo"
Di oggi invece uno studio britannico il quale sostiene che l'aumento dell'infertilità maschile e il declino nel conteggio degli spermatozoi potrebbero essere collegati alla presenza nell'ambiente di pesticidi e ormoni antiandrogeni (soprattutto quelli impiegati per la terapia del cancro alla prostata), che bloccano l'azione del testosterone. Va precisato che lo studio pubblicato nella rivista «Environmental Health Perspectives», parla di aumento dell’ermafroditismo nei pesci, da qui l’ipotesi sull’Uomo. Da notare che gli scienziati non sono sicuri che la causa sia dovuta agli ormoni antiandrogeni o all’inquinamento delle falde a causa dei fertilizzanti.
Insomma, con buona pace del Castellvì, nulla a che vedere con la pillola anticoncezionale.
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