Mi leverò l'autunno,
fuoco
di foglie d'oro
e le appenderò
come un vecchio abito
ad un canto d'inverno.
Sogno di fronde vuote:
questo rimango.
Freddo nel silenzio
dei miei rami
e dentro ghiaccio,
come l'attesa.
come un cuore offeso.
Poi nell'immoto
un balzo
e mi colmo l'anima
di serena notte oggi,
e nell'avvenir
di sole
Seregno, 21 Divembre 2005
DIARIO DI BORDO:
La quercia è un albero maestoso sia nelle sue forme che nei suoi significati. Pianta sacra alle popolazioni celtiche tra i cui rami i druidi spiccavano il vischio, simbolo solare, emblema di forza, virtù e perseveranza, di certo per il suo aspetto e probabilmente perché le foglie della quercia a differenza di altre latifoglie persistono a lungo sulla pianta, secche, sino ad inverno inoltrato.
Ovviamente ho usato la quercia come metafora per descrivere un momento, anzi il momento, "magico", del cambiamento dell'equilibrio luce-tenebra che avviene nel solstizio.
Immagino sia pura vanità (e in essa mi crogiolo senza vergogna!) il dire che dei miei scritti è uno di quelli che più amo in quanto meglio riusciti.
Immagino sia pura vanità (e in essa mi crogiolo senza vergogna!) il dire che dei miei scritti è uno di quelli che più amo in quanto meglio riusciti.
1 commento:
Fai bene a crogiolarti!
E' davvero bella.
Detto da uno che non ama le poesie...
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