Da qualche tempo a questa parte, nel dibattito politico sta marcando, sempre più spesso, presenza, la Religione.
Non è un buon segno.
Non lo è quando la religione decide di fare politica, figuriamoci quando la politica vuol trattare di religione.
Non lo è perché la politica dovrebbe occuparsi dei reali fabbisogni dei cittadini, e con tutto il rispetto per coloro che credono che vi sia qualcosa di più grande ( me compreso), l’anima non è reale. Lo è solo per chi ci crede e tuttavia non è possibile né ammissibile che coloro che si devono preoccupare del buon governo di una nazione perdano tempo in chiacchere teologiche. Per quello esistono già mestieri specifici talvolta anche molto ben remunerati.
La politica invece, forse per mancanza di idee, forse per mascherare la propria incapacità o impotenza o, più facilmente, l’ignavia per non dire la vigliaccheria nell’affrontare temi scottanti (cartello del petrolio, delle banche, delle assicurazioni, del farmaco, disoccupazione, evasione, ecc), preferiscono distogliere l’attenzione creando ad hoc argomentazioni controverse e probabilmente, se non preferibilmente non risolvibili.
Se poi, da tali argomentazioni, nello specifico la Religione, è possibile creare contrapposizione e porsi a capo di una delle parti, tanto meglio.
Dividi et impera, dicevano i latini.
Maestra incontrastata di tale politica è di certo la Lega Nord, la cui incoerenza è forse l’unica cosa di coerente che caratterizza questo partito (ma non voleva restare un movimento?).
Totalmente avulsi dalla dottrina cattolica, non sono neppure in grado di criticarla in modo credibile, mentre bravissimi sono a lanciare proclami come ai tempi, correva l’anno 1995, della caduta del Primo governo Berlusconi quando Umberto Bossi dichiarava riferendosi all’attuale premier:
Berlusconi ha preso soldi dalla mafia, è un delinquente
Solo fino ad ieri erano pronti alla rivisitazione di quel che rimane, se rimane, della religione pagana degli antichi Celti (più probabilmente facevano riferimento a un miscuglio sapientemente filtrato della religione Celtica, New Age, Neo druidismo, e Wiccan) ed oggi sono pronti a proporre una legge costituzionale per inserire il crocifisso sullo stesso tricolore che qualche hanno fa i Leghisti per voce del suo leader Bossi, speravano venisse usata come carta igienica;
senza contare gli slogan secessionisti degli anni d’oro dove nei cortei, come tanti insulsi pecoroni, gridavano:
Abbiamo un sogno nel cuore: bruciare il tricolore
Non vi è proposta, una, della Lega che si sposi, neppure lontanamente, con i dettami del Cattolicesimo o con le indicazioni del Vaticano: no alla libertà di culto, no agli stranieri, no alla carità, ecc.
Eppure, incredibilmente (non per me però), molti cristiani hanno deciso di sposare questa linea e soprattutto permettono che la Lega, un Partito politico, si appropri di simboli e tradizioni a fini politici, svuotandoli di ogni significato posseduto in origine, e riproponendo semmai accezioni che rimandano ai momenti più bui della storia del cristianesimo.
Ho accennato il fatto che per me queste notizie non mi stupiscono. Da tempo sostengo che il Cristianesimo sia una religione agonizzante, ormai prossima ad essere svuotata dai suoi precetti fondanti, in mano solo ad una stretta oligarchia di sapienti, mentre la massa di fedeli agisce in modo passivo ed acritico. O davvero pensate che uno slogan leghista abbia meno forza di penetrazione di un omelia di venti minuti di Benedetto XVI o di qualunque altro logorroico prelato?
Questo, legato alla perdita del potere temporale e alla perdita delle tradizioni ( quelle che la Lega ricorda sono mere strumentalizzazioni assolutamente avulse dal credo cristiano) ha come conseguenza che chiunque abbia a sua disposizione una cassa di risonanza ed un minimo di organizzazione possa sostituirsi alla guida del gregge.
E i boss leghisti, in fatto di guida ai pecoroni, sono dei veri specialisti.
5 commenti:
i boss leghisti, in fatto di guida ai pecoroni, sono dei veri specialisti
eh eh... Come darti torto!
;)
Personalmente non ritengo di appartenere ad alcun schieramento politico: preferisco i fatti alle idee, perfette solo sulla carta. Tuttavia non sono mai riuscito a trovare qualcosa di buono nella Lega, neppure nelle idee, sempre fumose, sempre contraddittorie, mai supportate da alcun riscontro.
I leader leghisti hanno maturato esperienza sufficiente per capire che qualunque boiata dicono, troveranno comunque almeno un paio di centinaia di migliaia di persone che sono disposti a seguirli.
Se poi la linea è quella di appropriarsi delle paure della gente allora il gioco è fatto; né più o né meno di ciò che fanno per campare i complottisti.
L'impressione che ne ho tratto io, che la penso grossomodo come te, è che i leghisti abbiano purtroppo costituito l'unica risposta politica alle istanze di una parte del paese che si sente trainante e ingiustamente vessata.
Non è certo un mistero che l'Italia sia un paese a due velocità e non è certo un mistero che tutti i bei discorsini sulla lotta all'evasione fiscale abbiano trovato, fin qui, un riscontro reale solo nelle regioni del nord, "padane", se vogliamo usare terminologia grata agli uomini in verde.
Non è questione di razzismo, ché, anzi, la mentalità socievole ed aperta della parte meridionale del paese mi risulta più simpatica che non quella egocentrica e "spandona" di noi nordici.
Le cause di tanta disparità affondano in questioni che, ormai, interessano più lo storico che non il cronista. Ma la soluzione che se ne è data negli anni della repubblica, una sorta di semplice travaso di liquidità monetarie dalle regioni più ricche a quelle del sud, non ha fatto altro che peggiorare i rapporti fra i cittadini delle varie regioni e inibire le vere chances di svolta.
Lotta alla mafia, ma sul serio, infrastrutture funzionanti, ma sul serio, e una buona iniezione di fiducia nel sistema del mercato, insieme allo smantellamento di un sistema di clientelismi e di assistenzialismo assolutamente iniquo, sono le vere armi per innescare un circuito virtuoso che possa riportare il paese a un maggiore equilibrio. Si veda, ad esempio, la storia recente dell'unificazione tedesca.
Ecco: la lega, purtroppo per noi, ha fatte sue queste istanze (almeno in apparenza...) ed ha convinto così masse di elettori che, se non tutti "pecoroni", certo sono tutti degli "insoddisfatti" delle altre forze politiche.
E come non esserlo, in un paese in cui il massimo del pensiero politico si divide fra "mi piace Berlusconi" e "non mi piace Berlusconi"?
Mcg, ti lancio una provocazione, tanto sai benissimo che bene o male abbiamo pensieri affini.
I leghisti, così come la classe politica in generale, cambia spesso idea e posizione su qualunque argomento.
Non si diceva che cambiare opinione significa essere saggi? Solo lo stolto resta della propria idea anche quando gli viene dimostrato che questa è palesemente errata e loro sono tutt'altro che stolti.
Aforismi e locuzioni hanno in sé un fondo di verità, ma bisogna saperli interpretare: lo stolto resta della propria idea anche se tutto dice che la verità sta da un'altra parte. Di contro non è saggio chi cambia sempre idea, ma solo chi sa quando e perché cambiarla. Nel caso specifico dei leader leghisti non si tratta di saggezza ma di furbizia e la loro stoltezza è mascherata dal loro seguito che non è in grado di comprendere la contraddittorietà e soprattutto l'assoluta vacuità (mero opportunismo)delle loro motivazioni Se poi si aggiunge l'imbarbarimento politico che oggi si identifica, come ben sintetizzato da Brain in essere con o contro e tutto ciò che ne consegue, ecco spiegato il fenomeno Lega.
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