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giovedì 22 ottobre 2009

Kill the King


Kill the king
Tear him down
Kill the king
Got to take his crown

Kill the king
He’ll rule no more
Strike him dead

He’ll rule no more
Strike him dead
The people roar
Kill the king
Take his head
Down, down, down, down


(Estratto di "Kill the King" dei Rainbow)


Uccidere Berlusconi, piantargli una pallottola in testa.
La degenerazione comunicativa a cui abbiamo assistito negli ultimi anni  ritrae perfettamente il volto del sonno della ragione che, come si sa, ha la brutta abitudine di  generare mostri. Lungi da me difendere un uomo che non stimo, un politico che di questo malcostume può vantare la paternità, sempre pronto ad utilizzare i suoi mezzi per danneggiare gli altri e contemporaneamente a fare la vittima, ma certe esagerazioni fanno pensare.
Credo sia ovvio per tutti che le presunte minacce di questi soggetti rientrino nell'ambito dialettico, per quanto pessimo, e che nessuno di loro sia davvero convinto (o capace) di premere un grilletto, di andare al di là di minacce, sicuramente goliardiche, a meno che non siamo disposti a credere che le nuove Brigate Rosse o simili, sventolino ai quattro venti le loro intenzioni terroristiche, pubblicandole su uno dei più conosciuti e utilizzati social network. Confesso che anche io mi sono augurato in un attimo di stizza per l'ennesima azione, frase o decisione da me reputata stupida od ignobile, che ci pensasse il padreterno o il diavolo a portarselo via, lui e non solo lui, ma credo  di averlo pensato anche di un arbitro che non vide una palla dentro di venti centimetri in un Udinese-Juventus dell'era Moggi, e persino stamattina in auto ho ringraziato il cielo (si fa per dire) di non avere un disintegratore per vaporizzare un pirla che aveva deciso che la fretta conferisce automatico permesso di passare con i semafori rossi.
Nonostante l'odio espresso (e non ancora del tutto digerito), tuttavia, non credo ci siano gli estremi perché si  possa aprire un'inchiesta a mio carico per verificare se ho reali intenti omicidi.
In primo luogo perché l'affermare in modo scocciato, persino veemente, di voler  eliminare il prossimo può essere considerato (almeno su Facebook) una forma di esorcismo all'azione stessa, in altre parole, si abbaia per non mordere. Certo, si potrebbe obbiettare che la cima che si è inventato il "gruppo" disposto ad uccidere il Premier, potrebbe voler verificare il consenso alla sua delirante proposta, magari caricarsi per attuarla, ma quanti folli o disperati ci sono che vorrebbero farlo e non lo scrivono su Facebook?
In secondo luogo, perché nonostante quel che si pensa, la maggior parte della gente è mediamente onesta, stupida, ma onesta e soprattutto imbelle.
Insomma, trovo ridicolo tutto questo can can per delle presunte minacce. Se il  fido e "lodato" ministro Alfano teme per l'incolumità del suo Presidente si adoperi pure a promuovere indagini, ma abbia almeno l'accortezza  di verificare che i suoi sospetti siano fondati prima di gridare "attentato!" , altrimenti rischia di ridicolizzare il tutto e passare per l'ennesimo piagnone dell'italico paese.
Già che c'è, visto che la magistratura non ha nulla da fare, mi permetto di consigliare la verifica delle neanche tanto velate minacce (?) di famigerati gruppi come "uccidete Costantino (Vitigliano)", "Diamo modo a Giacobbo di trovare la pace", "Io odio Lapo Elkan" e stronzate simili che girano su Facebook.
Ora scusate ma corro a togliermi dal gruppo "uccidiamo il gattino Virgola": non vorrei fosse il nome del felino del premier!

2 commenti:

brain_use ha detto...

Sono d'accordo.
Temo però che sia solo una delle tante battaglie della vera e propria guerra in atto a suon di colpi bassi e personalismo che ormai pare l'unico modo di dibattere della politica nostrana.

Avessi pubblicato un post del genere sul mio blogghetto (e non lo faccio solo perché mi sono ripromesso di parlare meno che posso di politica) l'avrei innanzitutto etichettato "povera Italia".

Unknown ha detto...

Condivido appieno. Ti confesso che anche io avevo deciso, almeno dopo aver portato "il pensatoio" su questa piattaforma di parlare il meno possibile di politica, non fosse altro perchè non amo essere catalogato di destra o di sinistra (e di fatto non mi riconosco in nessuno degli schieramenti e dei personaggi che occupano gli scranni del parlamento).

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