Ieri sui giornali nazionali campeggiavano le richieste e i commenti dei vertici ecclesiali circa l'importanza dell'ora di religione nelle scuole italiane.
Voglio fare un paio di piccole premesse, alla luce della mia esperienza di studente che, non appena ha potuto, ha preferito evitare l'ora di religione.
Innanzitutto ho sempre ritenuto che l'ora di religione, anche così come è organizzata, è e rimane un opportunità importante per capire molte cose. Il cristianesimo fa parte, nel bene e nel male, della nostra storia: basti verificare, ad esempio, la quantità di monumenti nella Penisola che hanno una matrice religiosa, o ricordare quanto la Chiesa abbia influito sul pensiero in epoca medioevale. Conoscere la religione cattolica, dunque, aiuterebbe sicuramente a comprendere meglio il mondo in cui viviamo, al di là dei giudizi di merito sul cristianesimo.
Bisognerebbe poi, come al solito confrontarsi con una realtà, nella quale gli insegnanti di religione nella scuola pubblica vengono autorizzati all'insegnamento dalla curia, alcuni dei quali anche addirittura selezionati dalla stessa. Questo, oltre a non essere una garanzia di imparzialità, peraltro palesemente rifiutata, come vedremo, dalla Chiesa stessa, non garantisce minimamente neppure la qualità dell'insegnamento, tanto che, ad esempio, io rifiutai di continuare la farsa dell'ora di religione, condotta da un prete beota sostenitore del creazionismo al punto da affemare che i fossili erano stati creati da Dio per mettere alla prova la fede dell'uomoe la cui unica preoccupazione era quella di farci ascoltare i messaggi della Madonna per bocca di quattro truffatori veggenti di Madjugorie. Il mio è un caso naturalmente: la moglie di un mio carissimo amico, esempio diametralmente opposto, insegna religione ed è una persona dalla cultura notevole e sebbene non apertissima come mentalità (potrebbe dire lei altrettanto di me) è disponibile come pochi al confronto.
Detto questo vediamo cosa riportano i giornali:
"La natura e il ruolo dell'insegnamento della religione nella scuola - recita la lettera firmata dal cardinale Zenon Grocholewski e da monsignor Jean-Louis Brugue's, presidente e segretario del dicastero vaticano - è divenuto oggetto di dibattito e in alcuni casi di nuove regolamentazioni civili, che tendono a sostituirlo con un insegnamento del fatto religioso di natura multiconfessionale o di etica e cultura religiosa, anche in contrasto con le scelte e l'indirizzo educativo che i genitori e la Chiesa intendono dare alla formazione delle nuove generazioni''.
Sostanzialemente sarebbe ineccepibile se non ci fosse quell'indebito appropriarsi delle scelte dei genitori, quasi che tutti i genitori fossero in totale accordo con la Chiesa. La realtà è che i tempi moderni ci propongono, in modo continuo, il confronto interculturale che, ovviamente, vuol dire anche confronto interreligioso. Se lo scopo della scuola è quello di trasmettere la cultura ben venga l'ora di religione. Il problema è che per insegnare i principi di confessioni differenti occorrerebbe una preparazione particolare e non specifica (cattolica) e, soprattutto sarebbe fondamentale un approccio all'insegnamento di tipo accademico e non confessionale, cosa auspicabile in uno stato civile ma che, ovviamente, la Chiesa Cattolica non può accettare. Da qui il rischio non trascurabile di un insegnamento che impoverisca la cultura, cosa che ad esempio potrebbe succedere se ad insegnare religione fosse un sostenitore del creazionismo o un ignorante patentato come ad esempio Padre Livio Fonzaga che nel video sotto illustra le sue tesi anti darwiniane ( senza peraltro conoscerle).
Prosegue il documento vaticano:
''Se l'insegnamento della religione fosse limitato ad un'esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo e neutro, si potrebbe creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso"
Ma il capolavoro deve ancora venire:
''Le famiglie dei credenti, le quali debbono avere la garanzia che la scuola pubblica - proprio perché aperta a tutti - non solo non ponga in pericolo la fede dei loro figli, ma anzi completi, con adeguato insegnamento religioso, la loro formazione integrale. I diritti dei genitori sono violati se i figli sono costretti a frequentare lezioni scolastiche che non corrispondono alla persuasione religiosa dei genitori o se viene loro imposta un'unica forma di educazione dalla quale sia completamente esclusa la formazione religiosa".Innanzitutto dovrebbero spiegare il perchè le famiglie dei credenti dovrebbero avere una qualche garanzia dalla scuola pubblica in tema di esclusività di insegnamento e soprattutto spiegare perchè il figlio di un islamico non debba, in uno stato civile, laico e democratico avere le stesse opportunità del cattolico. Sempre in tema di diritti violati, ricordo che fu durante la mia vita scolastica che l'insegnamento della religione divenne ad esempio facoltativa: prima non lo era, a ulteriore prova dell'arroganza clericale ovviamente avallata da una classe politica servile e corrotta quale quella italiana.
Altrettanto interessante l'applicazione del concetto di libero arbitrio del'individuo che a detta della Chiesa esiste, ma evidentemente è accettabile solo se in base a tale arbitrio si decide di andare nella direzione da lei indicata. In altre parole saremmo "liberi" di fare cio che lei pretende, ma non di opporci.
La cosa scandalosa è che solo la magistratura sembra in qualche modo ricordare alcuni fondamenti costituzionali, mentre la politica, salvo pochi, si prostra davanti all'altare in religioso ascolto.
2 commenti:
In effetti il video di Fanzaga mi ha fatto ridere...non ridevo così tanto dai tempi del "decalogo" di Tozzi. E lei conosce le argomentazioni anti-darwiniste?
Non tutte.
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