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venerdì 11 dicembre 2009

Nuova svolta nella saga "crocifisso" - Parte seconda

Voglio premettere, per dare anche una chiave di lettura al lettore occasionale, che sebbene cercherò di rimanere il più neutrale possibile, la mia posizione sulla presenza del crocifisso in luoghi pubblici si può tranquillamente sintetizzare in "ci può stare, ma non ci deve stare", nel senso ovvio, che se a nessuno da fastidio il crocifisso può stare appeso, ma contemporaneamente reputo inammissibile che un simbolo che rappresenta una parte, seppur maggioritaria, debba essere obbligatoriamente posto in tutti i luoghi della comunità.
Detto questo andiamo ad analizzare il testo: subito nelle prime righe vi è una considerazione di parte assolutamente soggettiva, ovvero l'idea che la sentenza della Corte di Strasburgo "ferisca profondamente" il significato non solo religioso ma anche e soprattutto del
simbolo della civilta` e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendentemente da una specifica confessione religiosa
I presupposti sono già di per se al limite dell'assurdo: come può un simbolo religioso divenire simbolo di civiltà e soprattutto valore universale per coloro che  in quella religione non si riconoscono se non addirittura l'avversano?
La cosa interessante è il fatto che tale presunto valore universale sia stato definito da un parere espresso da un Consiglio di Stato, che essendo un organo di uno Stato Nazionale, nello specifico Italiano, non può essere in alcun modo universale.
Su tali e altre contraddizioni, più o meno malcelate, si basa tutta la premessa di questa proposta, vediamone infatti altre:
Cancellare i simboli della nostra identità , collante indiscusso di una comunita`, significa svuotare di significato i principi su cui si fonda la nostra società
Sarebbe interessante verificare quanto il crocifisso sia davvero simbolo della nostra identità, quanto sia ancora un valido collante. Certo, con un sondaggio si possono ottenere tutti i risultati che vogliamo (anche se i sondaggi effettuati da Corriere, La Stampa e Repubblica parlano di un 60% circa di favorevoli alla Corte di Strasburgo), basta porre la domanda in modo diverso e si otterranno risultati diversi; ma se facessimo, magari tra 6 mesi, sparire per mezza giornata tutti i crocifissi dai luoghi pubblici pensate davvero che ci sarebbe una rivoluzione?
Il Cristianesimo, sia cattolico che protestante è in crisi da tempo nel mondo occidentale, affossato dal consumismo e dagli scandali (IOR, Pedofilia, ecc). E' la stessa voce preoccupata dei vescovi, compreso quello di Roma che ce lo ricordano ogni settimana durante l'omelia. Ce lo dicono i numeri, i monasteri chiusi o abbandonati, il numero sempre più esiguo di vocazioni, le continue richieste di offerte per il sostentamento del clero e perché no, l'inasprirsi dei termini con cui la Chiesa cerca di imporre la sua voce nella politica.
Continuiamo:
Rispettare le minoranze non vuole dire rinunciare, delegittimare o cambiare i simboli e i valori che sono parte integrante della nostra storia, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese.
Anche qui vi sono ben nascoste delle forzature. Non vi è stata da nessuna parte il tentativo di delegittimare o di cambiare simbolo e valori se non da parte leghista che volevano delegittimare il crocifisso cambiando un simbolo che è parte integrante della società italiana, la Bandiera Tricolore. Quanto alla tradizione, alla cultura e alla storia, non mi pare, francamente che il crocifisso, come simbolo, sia di fondamentale importanza ( tutt'altra cosa la religione Cristiana, beninteso).
Ma è la parte finale che raggiunge il tragicomico:
Pur prendendo atto dell’odierna aconfessionalità  e neutralità  religiosa dello Stato, nonché  della liberta` e della volontarieta` dei comportamenti individuali, i fatti da ultimo registrati evidenziano come si renda necessaria l’emanazione di un provvedimento che, pur nel rispetto dell’autonomia scolastica, assicuri che non vengano messi in discussione i simboli e i valori fondanti della nostra comunità.
In pratica uno Stato aconfessionale, neutrale nei confronti dei credo religiosi, rispettoso delle libertà dell'individuo, deve assicurarsi che i simboli di una religione specifica vengano imposti da per tutto, pena sanzioni pecuniarie o privazione della libertà!
Ma l'hanno riletta questa frase?

...continua.

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